«Ci troviamo in una fase vicina al picco. La sfida oggi è individuare le persone prima che arrivino in ospedale». Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, lascia intravedere qualche speranza. Il nostro Paese potrebbe essere vicino al livello massimo di contagio, dopodiché dovrà necessariamente iniziare la discesa. Diventa dunque indispensabile, in questa fase, intercettare il più possibile «i paucisintomatici e i positivi». Poi «le politiche di popolazione vanno tarate sugli strumenti che possediamo». Poche ore prima era stato il vice ministro della Sanità, Pierpaolo Sileri, a parlare della diffusione massima del virus in Italia. «Credo che siamo vivendo il picco, se non può essere considerato un picco possiamo considerarlo la cupola di una lunga curva e quindi dovremo vedere quanto ancora dura», ha detto ai microfoni di SkyTg24. «È chiaro che potrebbe esserci ancora qualche numero in più o in meno, non sarei preoccupato di vedere qualche numero in più se sono stati fatti più tamponi, mi preoccupo invece di vedere un calo in coloro che vengono ricoverati e che vanno nelle terapie intensive. Lì possiamo osservare nei prossimi giorni il miglioramento». Un calo, ha spiegato Sileri, era iniziato qualche giorno fa poi vi è stato un aumento dei numeri «perché è stato fatto un numero maggiore di tamponi. È chiaro che se fai un numero maggiore di tamponi in questo momento trovi più positivi, ma andando avanti ci sarà un numero maggiore di tamponi con meno positivi perché tutte le misure di restrizione prese diverse settimane fa sortiscono ora l’effetto». Dunque, nei prossimi giorni «un calo dovrà esserci», dice il vice ministro. «Purtroppo sarà diverso il calo del numero delle persone che muoiono perchè chi sta morendo ora e morirà domani sono quelle persone che purtroppo hanno contratto il virus diversi giorni o diverse settimane fa. Quindi prima ci sarà un calo dei positivi e poi successivamente un calo della mortalità. In base all’andamento di questo calo, che sarà diverso tra lo Lombardia o Regioni vicine e il resto dell’Italia, è chiaro che sarà possibile programmare un ritorno progressivo e lento alla normalità». E di picchi e di cali ha parlato anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, convinto che la curva dei contagi arriverà, in base ai modelli matematici, al suo punto più alto a metà aprile,  «e poi a fine maggio, a giugno si tornerà alla normalità».