PHOTO
French President Emmanuel Macron and his wife Brigitte Macron chat before a dinner ahead of the third United Nations Ocean Conference (UNOC3), which gathers leaders, researchers and activists to discuss how to protect marine life, in Nice, Sunday, June 8, 2025. (Christian Hartmann/Pool via AP)
Per cogliere i contorni tragicomici che sta assumendo la lotta politica contemporanea, la vicenda che coinvolge Brigitte Macron è davvero un caso esemplare. La première Dame annuncia infatti che presenterà davanti un tribunale del Delaware le prove «fotografiche e scientifiche» per dimostrare di essere nata donna.
Non è un episodio di Black mirror né uno spettacolo satirico ma una causa giudiziaria per diffamazione. Alla sbarra l’influencer di destra Candace Owens, nota negli Stati Uniti per il suo attivismo pro-Trump e per aver ripetutamente sostenuto sui suoi canali social che, alla nascita, la moglie del presidente francese sarebbe stata un maschio. Owens ha costruito la sua notorietà nell’universo MAGA con teorie sul movimento Black Lives Matter al servizio di «poteri occulti», fantasie sul Covid come cospirazione ordita da Bill Gates, negazionismo climatico e lunare, fino ad arrivare all’ultima ossessione: la consorte di Macron sarebbe nata maschio, il suo vero nome è Jean-Michel Trogneux, ovvero quello del fratello che avrebbe assunto una nuova identità dopo un cambio di sesso avvenuto non si sa quando, non si sa dove. Una teoria tanto assurda quanto redditizia: milioni di visualizzazioni, libri autoprodotti, podcast rilanciati in tutta la galassia complottista americana. La stessa Owens afferma di mettere «in gioco l’intera reputazione professionale» su questa sua pittoresca crociata.
Per Brigitte Macron, però, non c’è nulla di divertente; il suo avvocato, Tom Clare, ha parlato di «accuse sconvolgenti» in un’intervista al podcast della BBC Fame Under Fire. In aula, ha annunciato, porteranno foto che la ritraggono incinta e con i figli, oltre a perizie scientifiche. «È un processo pubblico, inevitabile. Ma lei è pronta, determinata a fare tutto pur di ristabilire la verità». Con un retrogusto paradossale: una donna che deve provare di essere donna, per difendersi in un aula di giustizia da una menzogna ridicola ma diventata globale.
La leggenda della “Brigitte uomo” non nasce in America, ma in Francia, in un video fiume caricato su YouTube nel 2021 dalle blogger Amandine Roy e Natacha Rey, che si definiscono rispettivamente «medium» e «giornalista indipendente». Quattro ore di delirio: operazioni chirurgiche inventate, ipotesi di incesto, reti di omertà, una mensonge d’État che avrebbe nascosto ai francesi e al mondo la vera identità della première dame. Sembrava una follia destinata a rimanere confinata ai margini del disagio esistenziale, invece divenne virale, rilanciata da centinaia di migliaia di post e commenti sul web, in particolare tra i simpatizzanti del Rassemblement national di Marine Le Pen.
I Macron portano in tribunale le due autrici. Nel 2024 arriva la condanna per diffamazione, con multa e risarcimenti. Ma in appello, un anno dopo, la sentenza viene in gran parte ribaltata: non perché le accuse fossero considerate fondate, ma perché la Corte parigina giudicò che gran parte delle dichiarazioni non rientrasse nei limiti della legge sulla libertà di espressione. Owens all’inizio del 2025 ha rilanciato il libro autoprodotto Devenir Brigitte, firmato dal polemista Xavier Poussard, carico di insinuazioni su transizione di genere e pedofilia . Sulla copertina, accanto al titolo, la scritta: “presentato da Candace Owens”. Da lì, il salto oltre Atlantico è stato immediato: la “teoria” è diventata materiale da podcast complottisti, trending topic su X, un succoso argomento per talk ultraconservatori.
La causa civile intentata dai Macron nel Delaware sostiene che Owens abbia agito con “actual malice”, il livello di dolo richiesto negli Stati Uniti quando si accusa un personaggio pubblico: la consapevolezza di diffondere una menzogna, o almeno un disprezzo sconsiderato per la verità.