Un totale di 295 persone fermate e controllate, quattro agenti feriti, blocchi e mobilitazioni in tutto il Paese con il Louvre che chiude i battenti a Parigi. Dopo la caduta del governo Bayrou la Francia s’infiamma e scende in strada al grido di “Bloquons tout”, blocchiamo tutto, dal nome del movimento che oggi ha dato il via alle proteste. Proprio nel giorno in cui il nuovo premier designato da Emmanuel Macron arriva a Matignon per l’inizio formale del proprio mandato.

Dopo un rapido scambio di consegne con il predecessore, Francois Bayrou, il primo ministro Sebastien Lecornu ha dato subito il via alle consultazioni con le forze politiche per cercare una maggioranza che gli consenta di governare. E nel giorno delle proteste ha promesso «una rottura, non solo nella forma e nel metodo, ma anche nella sostanza».

Il nuovo capo del governo ammette che esiste un «divario tra la vita politica del Paese e la vita reale che sta diventando preoccupante» e ha convocato immediatamente un incontro con le forze politiche. A cominciare da macronisti e Repubblicani, base della maggioranza parlamentare del governo uscente. Lecornu ha avuto un colloquio telefonico anche con esponenti Socialisti, riporta la stampa francese, mentre non è ancora chiaro se vedrà o meno i rappresentanti de La France Insoumise e del Rassemblement National.

Il compito che Macron ha affidato a Lecornu è chiaro: trovare «accordi» per preservare la «stabilità istituzionale» del Paese in assenza di una maggioranza all’Assemblea nazionale, soprattutto in vista della messa a punto della legge Finanziaria. La via è stretta. Il futuro governo, oltre al sostegno del blocco macronista e dei Repubblicani (peraltro divisi al loro interno) deve ottenere almeno un via libera dai Socialisti. Ma Lecornu ha ricevuto un’accoglienza gelida dall’opposizione di sinistra.

Il Partito Socialista sembra stia chiudendo le porte alla partecipazione all’esecutivo mentre La France Insoumise ha già annunciato che se il premier non si sottoporrà al voto dell’Assemblea una mozione di sfiducia è già pronta. Il Rassemblement National ha fatto sapere che non boccerà a priori il nuovo governo, ma aspetta di vedere se la “rottura” promessa da Lecornu sarà reale. Lecornu, nemmeno 40 enne, è il più longevo dei ministri dei sette governi che si sono succeduti da quando Macron è arrivato all’Eliseo e assume le redini dell’esecutivo in un momento di estrema crisi politica e sociale in Francia. È considerato dagli osservatori un abile negoziatore. La conferma (o la smentita) della sua fama arriverà nelle prossime ore.