L'amministrazione del presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha intentato causa a SpaceX, l'azienda aerospaziale statunitense di proprietà di Elon Musk, sostenendo che le pratiche di assunzione dell'azienda siano discriminatorie "nei confronti di rifugiati e beneficiari di asilo politico".

Nel comunicato che annuncia l'avvio del procedimento giudiziario, il dipartimento di Giustizia statunitense sostiene che "almeno da settembre 2018 a maggio 2022" SpaceX abbia "abitualmente scoraggiato beneficiari di asilo politico e rifugiati dal presentare domanda di assunzione, e abbia rifiutato di considerarli e assumerli a causa del loro status di cittadinanza". La condotta imputata a SpaceX prefigura secondo il dipartimento di Giustizia "una violazione della Legge sull'immigrazione e la nazionalità".

Il dipartimento cita materiale pubblicato dall'azienda di Musk nel corso degli anni, in cui "si afferma erroneamente che ai sensi dei regolamenti federali noti come leggi sul controllo delle esportazioni, SpaceX potesse assumere solo cittadini statunitensi e titolari di permesso legale di residenza a lungo termine, cui si fa talvolta riferimento come 'titolari di carta verde'". Il dipartimento cita ad esempio della presunta condotta discriminatoria anche un messaggio pubblicato da Elon Musk su X (Twitter) a giugno 2020, in cui si afferma che "le leggi statunitensi richiedono almeno la carta verde per essere assunti da SpaceX, dal momento che i razzi sono una tecnologia bellica avanzata".

Musk ha già reagito all'annuncio del procedimento legale, denunciando "un utilizzo del dipartimento di Giustizia a fini politici". In un messaggio pubblicato su X, Musk sostiene che le autorità federali statunitensi abbiano "più volte avvertito (SpaceX) che assumere chiunque non fosse un residente permanente degli Stati Uniti avrebbe costituito una violazione della legge sul traffico di armi internazionali, un reato di rilievo penale".