Come è possibile che il 20enne Matthew Crooks abbia potuto arrampicarsi su un tetto con un fucile in mano a pochi metri da dove si svolgeva il comizio di uno degli uomini più protetti del pianeta?

Sullo sfondo delle solite, morbose teorie del complotto che affollano il web, dall’evocazione del fantomatico deep state fino all’ “auto-attentato”, rimangono i buchi, le falle, le ingiustificabili inefficienze del dispositivo di sicurezza affidato ai servizi segreti. E mentre il Paese chiede risposte veloci, l’FBI ha assunto il controllo dell’inchiesta.

A questo proposito, il direttore dei servizi segreti è stato convocato a testimoniare davanti a una commissione della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti il 22 luglio. Gli esperti di sicurezza si stanno chiedendo in primis perché il tetto sul quale è montato l'uomo armato non è stato messo in sicurezza in anticipo. Non è infatti chiaro come il killer abbia avuto accesso a quella posizione a poco più di 130 metri da Trump. Oltre alla questione dell'accesso, anche la linea visuale dal tetto all'area del podio avrebbe dovuto essere bloccata. Un elemento centrale perché si trattava di un'area in gran parte incontrollata, come messo in evidenza dall'ex vicedirettore dell'FBI Andrew McCabe.

In secondo luogo, testimoni oculari della sparatoria hanno chiaramente visto Crooks strisciare con un fucile. Hanno allertato la polizia, ma il ragazzo ha continuato a muoversi per diversi minuti prima di sparare e poi venire ucciso a sua volta. Lo sceriffo della contea, che gestiva la sicurezza assieme ai servizi, afferma che Crooks è stato individuato da un agente di polizia locale il quale non è stato in grado di fermarlo in tempo. Ora bisogna capire se queste informazioni abbiano raggiunto gli agenti dell’intelligence. Eppure sembra proprio che Crooks fosse già nel radar degli uomini della sicurezza come riferito da alcune voci uscite dalla cortina di riservatezza. Se confermato sarebbe gravissimo e una prova di incompetenza palese.

Ora è iniziato il balletto dello scarico di responsabilità tra i Servizi e la polizia locale. L'uomo ha sparato i suoi colpi da quello che gli agenti hanno descritto come un anello secondario, cioè non pattugliato dal Secret Service. Secondo le testimonianze di ex uomini che hanno lavorato alla sicurezza dei vari residenti questo tipo di accordo funziona solo quando c'è un piano chiaro su cosa fare quando viene individuato un pericolo. La polizia locale cioè deve essere istruita precedentemente su come agire. Lo sceriffo della contea ha ammesso che si è verificato un fallimento, ma ha anche detto che non c'è una sola parte da incolpare.

Un altro aspetto riguarda le risorse umane impiegate per garantire la sicurezza. Gli agenti dei servizi non erano disposti in modo uniforme, lasciando il controllo dell’area a poliziotti locali non sufficientemente addestrati. Il Secret Service ha negato che la richiesta del team di Trump di aumentare il numero di agenti fosse stata respinta ma alcuni media citano uno scambio di messaggi in cui un ex ufficiale dei Servizi segreti chiedeva ai colleghi come il sospetto potesse essersi avvicinato così tanto a Trump. La risposta sarebbe stata laconica: «Risorse».