Dopo una notte di scontri seguita all’attacco di ieri di Hamas contro Israele, condotto con una pioggia di migliaia di missili dalla striscia di Gaza e con l’incursione di centinaia di miliziani dalla striscia di Gaza in territorio israeliano, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ratificato la clausola di guerra, aggirando l'approvazione del governo e del gabinetto e assumendo i poteri di comando. In mattinata, il premier ha tenuto una valutazione della situazione con il Ministro della Difesa Yoav Gallant, il Capo di Stato Maggiore dell'IDF Herzi Halevi e altri leader dell'establishment della difesa. 

I morti intanto sono più di 700 e i feriti sono oltre oltre 2000, molti gravi. Si combatte ancora a Sderot, contro la quale le brigate Al-Qassam di Hamas hanno lanciato un centinaio di missili, e in altre sette località del sud del paese, mentre ad Alessandria d’Egitto un poliziotto ha aperto il fuoco contro tre turisti israeliani, uccidendone due e ferendo il terzo, e uccidendo anche la guida egiziana. E a proposito di Egitto, secondo il Wall Street Journal, che cita fonti ufficiali egiziane, «Israele ha chiesto» al Cairo «di aiutarlo con una mediazione per il rilascio degli israeliani tenuti in ostaggio da Hamas».

In risposta agli attacchi le forze di difesa israeliane si starebbero preparando a una incursione di terra nella Striscia di Gaza. Lo dimostrerebbero le decine di carri armati israeliani che si stanno dirigendo verso l'enclave palestinese, come dimostrano i video condivisi sui social. 

Poco prima, il portavoce militare delle Forze di difesa israeliane, Richard Hecht, aveva spiegato che le autorità stanno «lentamente iniziando a evacuare» i residenti nelle aree circostanti la Striscia di Gaza, mentre il portavoce dell'esercito Daniel Hagari ha spiegato che «l'obiettivo di Israele è di evacuare entro le prossime 24 ore tutti i residenti delle cittadine vicino al confine».

Proprio a Gaza intanto proseguono i raid aerei e il lancio di razzi che finora hanno provocato, secondo il ministero della Sanità della Striscia, 370 morti e circa 2000 feriti. Colpito anche il compound militare nella casa del capo dell'intelligence di Hamas.

E intanto si muovono anche i vertici degli altri paesi coinvolti o che potrebbero avere un ruolo nel conflitto.

Il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, ha avuto un colloquio telefonico con Ziyad Al-Nakhale, segretario generale del Movimento della Jihad Islamica, e Ismail Haniyeh, capo del movimento palestinese Hamas. Lo riporta l'agenzia iraniana Isna. Raisi ha parlato con entrambi in conversazioni separate «degli sviluppi» della situazione palestinese. I dettagli di questi colloqui non sono stati resi noti, mentre Il Cairo ha fatto sapere che il Re di Giordania Abdallah II ha chiamato il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi per consultarsi sulla «situazione in Palestina».

All’alba il gruppo militante libanese Hezbollah ha riferito di avere lanciato decine di razzi e artiglieria contro tre postazioni israeliane in un'area contesa lungo il confine del paese. Hezbollah ha affermato che l'attacco era in solidarietà con la «resistenza palestinese», aggiungendo che sono state colpite direttamente postazioni israeliane. L'esercito israeliano ha risposto al fuoco nelle aree libanesi.