«Il Consiglio Nazionale Forense esprime profonda preoccupazione per la notizia del nuovo arresto dell’avvocata iraniana Nasrin Soutodeh, avvenuto mentre partecipava ai funerali della giovane Armita Gharawand, la ragazza di soli 16 anni, morta il 28 ottobre scorso, dopo una lunga agonia, iniziata il 1° ottobre 2023, secondo il contenuto di alcune denunce per le percosse subite a bordo della metropolitana a Teheran, per non aver indossato il velo».

È quanto si legge in una nota del Cnf, firmata dal presidente Francese Greco, dopo l’arresto dell’avvocata iraniana. «Nasrin Soutodeh sarebbe stata picchiata e condotta nello stesso centro di detenzione dove fu portata la ventiduenne ragazza curda Masha Amini, morta a seguito delle torture e percosse subite dalla “Polizia morale”, che l’aveva arrestata il 13 settembre 2022, proprio per non aver indossato in modo consono l’hijab, e dovrebbe comparire oggi innanzi al Tribunale di Evin, per subire un nuovo processo – scrive il Cnf – Nasrin Satoudeh, condannata a un totale di 38 anni e 148 frustate, per essersi impegnata nella difesa delle donne e dei bambini vittime di violenze domestiche, di molti attivisti e giornalisti iraniani e per aver difeso la libertà delle donne di scegliere se indossare il velo, ha avuto molti importanti riconoscimenti a livello internazionale per il suo strenuo impegno per la difesa dei diritti umani».

«Il Consiglio Nazionale Forense, che ha espresso più volte la più ferma condanna per la violenta repressione in Iran, attuata con spietata brutalità da parte delle Autorità di Governo, delle pacifiche manifestazioni di protesta conseguenti alla morte di Mahsa Amini – si legge ancora – segue con massima attenzione l’evolversi del caso, condanna con fermezza l'arresto arbitrario di Nasrin Soutodeh e ne chiede alla Autorità iraniane l’immediato rilascio e che le siano garantiti tutti i diritti e le garanzie procedurali previsti dalle convenzioni internazionali e dai principi del giusto processo e assicurate le cure mediche di cui ha bisogno. Chiede altresì che cessi ogni forma di violazione dei diritti fondamentali che in Iran si manifesta particolarmente nei confronti delle donne, la cui dignità viene umiliata e calpestata in spregio ai più elementari principi di uguaglianza, libertà e non discriminazione contenuti nella dichiarazione universale dei diritti umani e nelle convenzioni internazionali».