A una settimana dalla sua condanna a cinque anni di carcere per associazione a delinquere nel processo libico (relativo ai finanziamenti per la campagna presidenziale del 2007), l'ex Presidente francese Nicolas Sarkozy è ora oggetto di una denuncia collettiva presentata da una ventina di avvocati per «oltraggio alla corte» e «attentato all'autorità della magistratura».

La denuncia, presentata alla procura di Parigi il 1° ottobre, è stata guidata da Jerome Giusti, avvocato penalista e fondatore di una «Brigata Legale» impegnata a difendere lo Stato di diritto. Gli avvocati provengono dagli Ordini di Parigi, Caen e Montpellier e includono figure come Jean-Baptiste Soufron dell'associazione anticorruzione Anticor. «Quando Nicolas Sarkozy è stato condannato, le sue dichiarazioni dopo l'udienza sembravano già un attacco al sistema giudiziario. Ma è stata la ripetizione delle sue dichiarazioni nel Journal du Dimanche a farci reagire», ha spiegato Giusti a Bfmtv.

Le frasi incriminate e il rischio di screditamento

La denuncia attacca specificamente tre passaggi in cui Sarkozy ha criticato il verdetto. Quando ha ritenuto che la sua condanna «abbia violato tutti i limiti dello Stato di diritto». Quando ha associato le azioni legali contro di lui a «pratiche così contrarie allo Stato di diritto». Quando ha affermato che non si piegherà «di fronte a menzogne, cospirazioni e insulti» (riferendosi implicitamente ai giudici, secondo i firmatari).

Secondo gli avvocati, queste osservazioni non possono essere considerate una semplice critica a una decisione impugnabile, ma «costituiscono un atto deliberato di screditamento del sistema giudiziario». «Non possiamo permettere che questo attacco diretto al sistema giudiziario passi inosservato», ha affermato Giusti, sottolineando come l'ex Presidente sia «consapevole della portata delle sue parole e dell'effetto diretto che hanno sull'opinione pubblica». I firmatari ritengono che le dichiarazioni «minano non solo la sentenza in questione e i giudici che l'hanno pronunciata, ma anche il rispetto dovuto al sistema giudiziario».

La base giuridica e le minacce ai giudici

L'azione legale si basa sull'articolo 434-25 del Codice penale francese, che punisce con una pena detentiva di sei mesi e una multa di 7.500 euro «il tentativo di screditare pubblicamente... un atto o una decisione giudiziaria, in circostanze che possano minare l'autorità della magistratura o la sua indipendenza».

Gli avvocati si dichiarano «personalmente vittime di questo attacco alla giustizia», ritenendo che le dichiarazioni «oltraggiose e pericolose di Nicolas Sarkozy ci arrecano quindi danno alla nostra attività e alla nostra immagine, sia materiale che morale».

Il contesto è reso ancora più grave dal fatto che i giudici che hanno emesso la sentenza nel caso libico hanno ricevuto minacce di morte, portando la Procuratrice di Parigi, Laure Beccuau, a denunciare «un'esplosione di odio» contro la magistratura.