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Javier Milei
Il presidente argentino Javier Milei ha subito una netta sconfitta politica nelle elezioni della provincia di Buenos Aires, il distretto elettorale più popoloso e strategico del Paese, che da solo rappresenta circa il 40% dell’elettorato nazionale. Il partito presidenziale, La Libertad Avanza, è stato battuto con un margine di circa 13 punti percentuali dal blocco peronista Fuerza Patria.
Milei aveva trasformato un appuntamento locale in un plebiscito sul suo governo, ma la scelta si è rivelata un boomerang: la disfatta nel cuore del peronismo segna un duro colpo alla sua leadership.
Le cause del tracollo
Oltre al difficile contesto economico, il presidente ha pagato le conseguenze di uno scandalo di corruzione che ha coinvolto la sorella Karina Milei. Secondo le accuse, avrebbe intascato tangenti del 3% sui farmaci destinati all’agenzia per i disabili. L’ex presidente Cristina Fernández de Kirchner ha affondato il colpo sui social: «Puntare il dito e stigmatizzare i disabili mentre tua sorella incassa tangenti è letale».
La reazione di Milei
Il presidente ha riconosciuto la sconfitta: «Senza dubbio politicamente abbiamo subito una netta sconfitta. Dobbiamo accettare i risultati che non sono stati positivi». Tuttavia ha confermato la linea economica: «La rotta non cambierà, anzi raddoppierà». Un messaggio di continuità che però potrebbe non bastare a contenere le tensioni interne e le critiche crescenti.
Il voto di Buenos Aires può essere un campanello d’allarme in vista delle elezioni di medio termine del 26 ottobre, che rinnoveranno metà della Camera dei deputati e un terzo del Senato. Una nuova sconfitta rischierebbe di ridurre drasticamente i margini di manovra del governo Milei.
Kicillof nuovo protagonista
Se Milei esce ridimensionato, il vero vincitore è il governatore di Buenos Aires Axel Kicillof, esponente di punta del peronismo. La sua vittoria schiacciante lo proietta come candidato naturale alla presidenza nel 2027. L’ex presidente Kirchner ha esultato per il risultato, ma il successo segna soprattutto l’ascesa di una nuova figura di riferimento per l’opposizione.
Milei aveva descritto le elezioni provinciali come «l’ultimo chiodo nella bara del kirchnerismo». L’esito ha ribaltato la prospettiva: il kirchnerismo rilancia e la presidenza Milei entra nella fase più difficile.