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Sede di Google
La società Alphabet, casa madre di Google e YouTube, ha ammesso di aver rimosso contenuti relativi alla pandemia di Covid-19 e ai risultati delle elezioni presidenziali USA del 2020 in seguito a pressioni politiche provenienti dall’amministrazione dell’allora presidente Joe Biden. L’ammissione è arrivata in una lettera al Congresso statunitense firmata dai legali del colosso tecnologico e indirizzata al deputato repubblicano Jim Jordan, presidente della Commissione Giustizia della Camera. Nella missiva si legge che è stato «inaccettabile e sbagliato» che il governo abbia cercato di influenzare la moderazione dei contenuti online.
I contenuti rimossi
Secondo quanto riportato, Alphabet avrebbe acconsentito a diverse richieste di rimozione, anche in casi in cui i contenuti non violavano formalmente le policy interne delle piattaforme. In particolare, i legali spiegano che la società si era inizialmente affidata alle autorità sanitarie per stabilire criteri di eliminazione dei contenuti riguardanti cure, trattamenti e misure di contenimento della pandemia. «Scelte fatte in buona fede – si legge – ma che non avrebbero dovuto compromettere il dibattito pubblico su temi di tale importanza».
Il contesto politico
L’ammissione arriva dopo un’inchiesta pluriennale condotta proprio da Jim Jordan, che accusa le grandi piattaforme digitali di aver censurato sistematicamente contenuti di orientamento conservatore. La questione tocca un nodo cruciale del dibattito politico statunitense: il ruolo delle Big Tech nel definire i confini della libertà di espressione e la loro esposizione a pressioni governative. Alphabet ha invitato gli utenti che avevano visto rimossi i propri contenuti a tornare sulle piattaforme, lasciando intendere che la società sta cercando di ripristinare parte del materiale eliminato. Un gesto che segnala la volontà di ricostruire un rapporto di fiducia con la comunità digitale, dopo anni di accuse e polemiche.