«I primi cittadini hanno le mani legate da lacci e lacciuoli della burocrazia». Mentre nel governo dopo il disastro di Ischia c'è uno scontro a distanza tra il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin che ha dichiarato a Radio24 che i sindaci che si voltano dall'altra parte sull'abusivismo andrebbero arrestati - e il vicepremier Matteo Salvini - che al contrario ha detto che «piuttosto che parlare di arresti i sindaci andrebbero sostenuti nella loro azione» -, nella polemica si inserisce il sindaco delle Eolie, Riccardo Gullo.

Il primo cittadino di sei delle sette isole patrimonio dell'Unesco, riferendosi al nubifragio abbattutosi qualche mese fa a Stromboli, rincara la dose a difesa dei suoi colleghi e riferendosi al Piano di emergenza annunciato dal ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, ex presidente della regione Sicilia, dopo il disastro di Ischia, dichiara senza fraintendimenti: «Noi abbiamo già pronto un Piano di emergenza per l'isola di Stromboli dopo il disastroso incendio di maggio, con la distruzione del polmone verde delle pendici, e a settembre, con la conseguente alluvione, quando solo un miracolo ha evitato vittime».

«Siamo stati molto previgenti e quello che adesso per Ischia ha detto il ministro noi lo abbiamo pianificato per tempo. Il documento è stato già da noi inviato alla Protezione civile e attendiamo che venga approvato. Si tratta di un piano da 21 milioni di euro per mettere in sicurezza l'abitato e tutta l'isola. Quando sono stato nominato commissario per l'emergenza dal governo - ha proseguito i primo cittadino eoliano - non abbiamo perso un attimo, lavorando dalle 8 del mattino sino a sera. Adesso però attendiamo ancora che il documento venga approvato, perché senza il via libera non possiamo fare nessun intervento. Stiamo parlando di pulizia di tutti i torrenti e consolidamento di quelle aree delle pendici che rischiano di franare a valle».

Il sindaco Gullo, riferendosi anche a un'altra emergenza che lo assilla sulle isole, quella della frazione di Lipari di Acquacalda, interessata ogni anno da violente mareggiate da nord che mettono a rischio gli abitanti che abitano a pochi metri dal mare, è tornato sulla piaga della burocrazia.

Nel 2019 la violenza del mare, con onde alte anche sei metri, distrusse buona parte del lungomare e mise a rischio numerosi abitanti. Ancora oggi il sindaco combatte con pareri che talvolta contrastano tra loro: «Stiamo lavorando alla pianificazione del progetto con tutti i maledetti pareri che dovrebbero essere eliminati in questi casi di emergenza. Stiamo cercando nel frattempo di effettuare un intervento immediato nella parte più pericolosa del litorale, ma per tutto il progetto ci scontriamo con disposizioni che purtroppo le norme richiedono e che non è facile portare a termine anche per varie norme tirate fuori pure dalla Regione, su pareri ambientali e paesaggistici e commissioni. Noi sindaci siamo invischiati in un ginepraio spaventoso che dobbiamo ogni volta dipanare, con continui elaborati in più richiesti, da elaborare, da approfondire... Ma così non si va da nessuna parte e i cittadini rischiano. Per questo il sistema va rivisto: le cose devono andare in maniera molto diversa rispetto a quello che attualmente devono ogni giorno affrontare tutti i sindaci della penisola» .

L'isola di Stromboli venne interessata da un violento incendio, causato molto probabilmente ma sono ancora in corso le indagini della procura di Barcellona Pozzo di Gotto - da una troupe cinematografica che stava girando sull'isola una fiction, ironia della sorte chiamata "Protezione civile". Gli addetti alle telecamere dovevano effettuare alcune riprese e accesero un fuoco '"pilotato" a quota 400 metri, nel pieno della riserva naturale, che sfuggì immediatamente di mano a causa del forte vento di scirocco che spazzava l'isola. Venne distrutto tutto il polmone verde riserva naturale delle pendici del vulcano e soltanto il tempestivo intervento dei cittadini evitò che alcune case venissero raggiunte dalle fiamme.

Qualche mese dopo, durante un violento nubifragio un mare di fango e detriti invase l'abitato trascinando a mare tutto quello che incontrava sul suo cammino. Per fortuna non ci furono vittime perché le piogge furono copiose soprattutto di notte. Dal rogo al nubifragio nessun ente si occupò di bonificare quantomeno i letti dei torrenti da enormi quantità di arbusti bruciati. Anche sull’alluvione la procura barcellonese ha aperto un secondo filone di indagine sulla mancata bonifica.