L’assedio di Mariupol, durato 85 giorni ( dal 24 febbraio al 20 maggio 2022) ha rappresentato un “modello deliberato” da parte delle forze armate russe per ridurre alla fame e alla sete la popolazione civile. Una sorta di Holomodor del ventunesimo secolo. Un crimine di guerra che merita l’intervento della Corte penale internazionale.

Ne sono convinti gli avvocati del Global Rights Compliance, organizzazione non- profit specializzata in diritto internazionale umanitario, che hanno presentato ai giudici dell'Aja un report (il titolo in italiano è “La speranza ci ha lasciato: l’assedio della Russia, la fame e la cattura di Mariupol”) in cui documentano le atrocità consumate due anni fa nella città situata nell’oblast di Donetsk.

Gli esperti di GRC lavorano con l’autorità giudiziaria ucraina – la collaborazione è molto stretta con l’ufficio del procuratore generale - per fare luce su alcuni degli episodi più gravi della guerra di aggressione ai danni dell’Ucraina. Le prove raccolte non lascerebbero spazio a dubbi: l'accerchiamento e l’occupazione di Mariupol hanno causato la morte di circa 22mila persone. I residenti sono stati privati di acqua, gas ed elettricità in periodi in cui la temperatura è arrivata pure a - 10.

A Mariupol non si è consumato un semplice assedio, ma un attacco progressivo, logorante, sfiancante, che, secondo i legali di Global Rights Compliance, ha dimostrato una precisa strategia da parte della Russia.

L’occupazione dell’importante città industriale (si pensi al polo metallurgico dell’Azovstal) è stata pianificata per mettere in ginocchio la popolazione. Prima del conflitto, a Mariupol vivevano 450mila persone. «Quello che abbiamo potuto constatare – ha detto la vicepresidente di GRC, Catriona Murdoch, interpellata dal Guardian - è che ci sono state quattro fasi nell’assalto russo a Mariupol, a partire dagli attacchi alle infrastrutture civili, con l’interruzione delle forniture di elettricità e di acqua.

Le evacuazioni umanitarie sono state rifiutate e addirittura prese di mira dai bombardamenti, mentre è stato impedito il passaggio degli aiuti umanitari. Nella terza fase, quella forse più cruenta, sono state prese di mira le rimanenti infrastrutture, a partire da quelle sanitarie. I civili sono stati privati del cibo».

Secondo Murdoch, «Vladimir Putin è colpevole così come lo sono i vertici militari che hanno ordinato le operazioni militari tra il febbraio e il maggio 2022». Morte e distruzione in riva al mare di Azov. La documentazione presentata alla Cpi evidenzia che oltre il 90% delle strutture sanitarie, delle altre infrastrutture civili e delle abitazioni di Mariupol sono state ridotte ad un cumulo di macerie. A ciò si sono aggiunti attacchi mirati ai centri di distribuzione alimentare, oggetto di pesanti bombardamenti. Lo stesso è avvenuto per i corridoi umanitari. Insomma, a Mariupol sono state scritte pagine della storia contemporanea particolarmente drammatiche che fanno ricordare un’altra tragedia, quella dell’Holomodor.

Ridurre alla fame le persone, privare la popolazione dei beni essenziali per vivere sono azioni che possono essere considerate crimini di guerra. Poco più di cinque anni fa, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato all'unanimità la Risoluzione 2417, riconoscendo per la prima volta il “legame intrinseco” tra conflitto armato e fame. A Mariupol, secondo GRC, il nesso tra operazioni militari e riduzione allo stremo della popolazione, senza cibo, acqua, gas ed elettricità è evidente.

«La natura barbarica dell'assedio di Mariupol – si legge nel report di Global Rights Compliance - esige l’individuazione delle responsabilità, oltre ad una accurata indagine giudiziaria. Come dimostra il titolo dell’indagine, l'assedio di Mariupol è stato un iniziale assalto rientrante nell'invasione su vasta scala. Un punto di svolta per molti ucraini, un punto di partenza per lavorare affinché gli autori di crimini efferati, che non possono essere trascurati, siano assicurati alla giustizia».