«A Brescia le cose non sempre le capiscono, per questo mi hanno condannato», Piercamillo Davigo. Un po’ come Manlio Scopigno alla vista di Comunardo Niccolai in mondovisione, tutto mi sarei aspettato, fuorché di trovarmi a difendere Davigo. La frase sopra riportata, recitata in favore di microfono nella ormai famigerata intervista di Fedez, è stata qualificata come «un attacco all’autonomia e al prestigio della magistratura, nonché un atto denigratorio del lavoro svolto negli uffici giudiziari» tanto da indurre il CSM a predisporre una pratica a tutela.

Ora, il fatto che un imputato possa esprimersi pubblicamente contro la sentenza che lo ha condannato, qui rivolgendo la sua ironia ai giudici che l’hanno scritta, non dovrebbe destare scalpore: chiunque pensi di aver perso ingiustamente una qualsiasi disputa è naturalmente portato ad attribuirne almeno in parte la causa ad un’incomprensione di chi ha deciso (il che potrebbe pure avvenire per difetti espositivi propri) e, se lo racconta con garbo e ironia, non dovrebbe stupire, tantomeno allarmare.

Come possa allora tutto ciò indurre all’apertura di una pratica a tutela dei giudici additati ironicamente «di non aver capito» è assai difficile comprendere, a meno di non partire dal presupposto che tra i giudici, a differenza di qualunque altra schiera di soggetti legati da un comune sapere e da una identica funzione, l’errore e l’incomprensione di un fatto non possano nemmeno astrattamente essere contemplati. Il che, come sa chiunque, specie gli avvocati, non è vero. D’altro canto, a leggersi intorno, servirebbe una pratica a tutela al minuto.

Si dirà però che in questo caso il nocumento all’immagine della magistratura sussiste poiché l’accusa - l’accusa? - arriva da chi della magistratura ha fatto parte a lungo e con lustro. Beh, signori miei, anche messa così mi vien dato di pensare a una regola doppia: non ho sentito di pratiche a tutela quando il nostro ha individuato nell’imputato suicida una fonte di informazione perduta per l’investigatore, sebbene un’affermazione di tal fatta devasti la giurisdizione in una delle sue qualità necessarie: l’umanità.

L’ho già detto: mi sento un po’ Scopigno. Ma, sebbene sia operazione psichicamente costosa, le garanzie van preservate con ogni vigore anche in favore di chi ne faccia strame; se non altro per distinguersene.