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Una parte della magistratura italiana, la corrente di Area Dg per la precisione, ovvero la fazione storicamente di sinistra delle toghe, non ha preso affatto bene il corsivo che l’Unità di Piero Sansonetti ha dedicato ai test psicoattitudinali per i magistrati, e così pare sia pronta ad avviare un’azione risarcitoria contro il giornale fondato da Gramsci.
Sansonetti - il mio amico Piero - ha scritto che almeno il 50% dei magistrati italiani non supererebbe il famigerato test psicoattitudinale che la maggioranza di governo vorrebbe inserire come elemento di accesso alla professione. È chiaro che si tratta di una battuta, di un’iperbole che Piero utilizza per sostenere la battaglia a favore di test destinati a valutare la tenuta psicologica di persone che un domani saranno chiamate a decidere sul bene più prezioso: la nostra libertà.
E vorremmo dire ai magistrati che fanno muro contro questa ipotesi - c’è chi ha addirittura evoca la P2 di Gelli (sic!) -, che i test non solo sarebbero utili a rassicurare i cittadini che incappano tra le maglie del nostro sistema giudiziario, ma soprattutto eviterebbero alla magistratura l’accusa più o meno esplicita di essere un’istituzione autoreferenziale, “fuori controllo” e priva di quei contrappesi che sono il fondamento delle democrazie liberali.
Ma questa è un’altra storia. Qui vogliamo solo ribadire la nostra vicinanza a Sansonetti e la preghiera ai magistrati di AreaDg di evitare qualsiasi azione che possa anche solo apparire come intimidatoria nei confronti della libertà di stampa. Perché passare da vittima a carnefice, da imbavagliati a “imbavagliatori”, è un attimo…