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Ogni volta che qualcuno mi chiede di che segno sono, oppure a che ora sono nata per farmi le costellazioni di non so cosa, alzo gli occhi al cielo. Ho imparato a non rispondere più perché è come cominciare a parlare con un complottista e finisce sempre malissimo.
Ogni volta che qualcuno che pensavo non del tutto sbalestrato scrive che siccome ha la Luna in Giove (ha senso?, cioè non dico in generale ma nel dominio dell’astrologia) allora questo e quell’altro, penso che è un miracolo che non siamo ancora tutti morti.
L’altro giorno qualcuno mi ha mandato un pezzo di Enrico Bucci dello scorso 5 dicembre sul Foglio. Ci sarebbe questo tizio che si chiama Jupiter che ci spiega come le costellazioni e Giove (forse parlava di sé stesso?) abbiano una influenza sulla nostra salute e come l’equilibrio interstellare influenzi il nostro destino di malati, potenziali malati o sopravvissuti. Un po’ tipo la legge morale dentro di te e il cielo stellato sopra di te. Forse anche Immanuel Kant parlava di astrologia.
Comunque, dicevo, l’astrologo e l’influsso dei pianeti sulle nostre vite. Tutto questo accadeva non a cena da zia Maria o al bar sotto casa ma durante una conferenza stampa della LILT, cioè la Lega italiana per la lotta contro i tumori. E i pianeti avevano (hanno, scusate) a che fare con il cancro. Se ti mantieni in armonia con l’universo non ti becchi una neoplasia, insomma.
Il pezzo si intitolava “Un astrologo al ministero della Salute per parlare di lotta contro il cancro” e farebbe ridere se non fosse disperante e quella “lotta” non mi distraesse dal punto. Certo, la orrenda terminologia bellica è meno grave del dare la parola a uno che dice queste cose. E no, non è censura. Jupiter può dire quello che vuole e voi potete credere a quello che preferite.
Però gli spazi istituzionali e i soldi pubblici non dovrebbero essere così poco selettivi nelle frequentazioni. Non dovrebbero. Non so se devo davvero dire che l’astrologia con la ricerca e con la medicina non c’entra niente e che non dovrebbe entrarci. Purtroppo non è una sorpresa. Purtroppo la questione è serissima e ostinata. E lo sarebbe anche se parlassimo di amicizia e di previsioni del futuro affidandoci ai Gemelli e alle Vergini, ma quando scivoliamo verso la salute, la prevenzione, le informazioni e i soldi pubblici, quella questione seria diventa tragedia.
Ridicola, ma pur sempre tragedia. Perché ognuno si cura come vuole e pensa quello che vuole, e certo c’è il placebo e sicuramente il tizio gentile ci fa più piacere che il medico che sa quello che dice ma è un po’ stronzo, ma nel dominio di un sistema sanitario pubblico no, non ci dovrebbe essere questa anarchia dei desideri (o delle illusioni). L’omeopatia non dovrebbe esserci, manco la cristalloterapia o altre diavolerie antropologiche. Ognuno si cura come vuole con i propri soldi.
L’Associazione Luca Coscioni ha pubblicato una lettera aperta e indirizzata al Ministero della salute per chiedere perché un astrologo dovrebbe dire quelle cose lì quando si parla di cancro. Questa lettera è firmata da ricercatori, scienziati e medici tra cui Michele De Luca, Silvio Garattini, Valeria Poli, Anna Rubartelli e Roberto Defez (e si può anche firmare la petizione qui). Ho firmato anche io che non firmo niente forse dal libretto delle giustificazioni – ovviamente non era la mia firma ma quella di uno dei miei genitori o di chi ne faceva le veci (io, illegittimamente). Forse non servirà a niente, forse alla prossima conferenza stampa sull’Alzheimer ci troveremo un esperto di fiori di Bach. Però sarebbe bellissimo se imparassimo a bilanciare le nostre paure e a riconoscere le risposte sbagliate. Sono una fifona e quando salgo su un aereo parlo con tutte le divinità in cui non credo. Poi però scendo e non pretendo di infilare una qualche divinità nell’elenco delle terapie pagate dal servizio sanitario nazionale.