A leggere le aperture dei grandi giornali e delle loro edizioni online si ha quasi l’impressione di viaggiare sulla macchina del tempo: “Allarme anarchici” gridano un po’ tutti, evocando scenari eversivi, attacchi al cuore dello Stato, formicolanti strategie per destabilizzare l’ordine costituito.

Mancano solo la polizia prussiana, i servizi segreti zaristi e la Comune di Parigi e sembra di venire catapultati all’indietro, in un passato tumultuoso e pre-rivoluzionario. Ai colpi di rivoltella di Gaetano Bresci e di Luigi Lucheni che posero fine alla vita del re Umberto primo e dell’imperatrice dell’Austria-Ungheria Sissi, oppure, per i più romantici, alle utopie libertarie di Proudhon e Bakunin che contesero al marxismo scientifico l’egemonia sul movimento operaio o ancora, andando avanti nella Storia, alla tragica rivolta per l’autogoverno dei marinai di Kondstat, repressa con ferocia dall’Armata rossa e al tributo di sangue degli anarco-sindacalisti durante la Guerra civile spagnola.

E noi che pensavamo, assieme al buon Guccini, che “la fiaccola dell’anarchia” fosse già negli anni 70 poco più che una suggestione nostalgica… Cosa giustifica dunque un simile allarme strombazzato ai quattro venti dai nostri principali organi di informazione?

In teoria si tratta degli “attentati” anti-italiani di Berlino e Barcellona rivendicati da gruppuscoli locali in solidarietà con Alfredo Cospito detenuto sotto il regime carcerario del 41 bis che andando al sodo sono: un vetro rotto, una scritta con la vernice spray sulla facciata del consolato e un automobile bruciacchiata. Eppoi gli scontri di Roma sabato scorso con la polizia durante il corteo a favore di Cospito in cui non ci sono stati feriti e appena una quarantina di denunce a piede libero per manifestazione non autorizzata affibbiate a ragazzi giovanissimi scesi in piazza alla luce del sole.

Insomma, nulla che motivi anche alla lontana il crescendo ansiogeno e sensazionalista montato dai media negli ultimi giorni, le paginate e le articolesse consacrate ai nostri 007 che stanno monitorando i «fermenti» in corso nella galassia anarchica fin qui «dormiente», che ci spiegano come nel governo ci sia una diffusa preoccupazione, che esistono seri rischi per la sicurezza nazionale. Perdendo, assieme al senso della misura, anche quello del ridicolo.