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NICOLA GRATTERI MAGISTRATO
Il dottor Gratteri è scatenato sul “no” alla riforma della giustizia eppure nessuno come Lui conosce i guasti che l’attuale sistema ha prodotto. Si ricorderà certamente di uno dei primi maxi processi che s’è celebrato a Locri alla fine nei primi anni Novanta e in cui è stato protagonista.
Tante anomalie, tante omissioni, tanti errori in quel processo ma una caratteristica particolare. Il pm del processo era fidanzato con una giudice dello stesso.
Se non ricordo male proprio con la giudice che avrebbe avuto il compito di redigere le motivazioni del verdetto.
Chiunque volesse la prova basterebbe riflettere sull’andamento delle udienze che vengono programmate con una lentezza esasperante nei primi anni e con una frequenza eccezionale ma mano che si avvicinava la data del matrimonio tra il rappresentante dell’accusa e la giudice.
Il verdetto accoglie praticamente in toto le tesi dell’accusa.
Detto in parole semplici chi ha giudicato s’è detta d’accordo col futuro marito...e la mattina in cui vengono pronunciate severissime condanne, i due futuri coniugi (e altri) andranno insieme a consumare un cappuccino nel bar attiguo al Tribunale di Locri. Incuranti dello stato d’animo degli imputati. Tutto normale?
I giudici non solo devono essere ma anche apparire indipendenti e imparziali. Lo furono in questo caso?
E perché nessuno avvertì quei giovani magistrati del loro errore? Probabilmente perché si voleva proprio quel collegio e certamente perché tra giudici e rappresentanti della procura vi erano rapporti di amicizia e di frequentazione tali da far passare in secondo piano quanto la legge avrebbe voluto e consigliato.
Una volta chieste e ottenute le condanne, il tempo iniziò di nuovo a scorrere lentamente. Così lentamente che dopo mille giorni le motivazioni della sentenza (che nulla avrebbero aggiunto alle tesi dell’accusa) non erano ancora state presentate. E la procura, di cui il dottor Gratteri era parte, non ha avuto nulla da dire.
Il referendum potrebbe essere per lui un’occasione di parlare di queste sue (ma non solo sue) esperienze concrete che hanno segnato la vita di molti innocenti e fatto scadere ai minimi storici la fiducia nella “giustizia”.


