Il Rapporto Where We Live and Learn: Violence Against Children in Europe and Central Asia dell’ottobre 2025, pubblicato dall’UNICEF, ci riporta una serie di dati sulla violenza subita dai bambini. Una violenza verso i minori che può assumere diverse forme. Può essere, fisica, emotiva, sessuale e può comportare negligenza o privazione, dovute spesso da persone che dovrebbero piuttosto proteggerli e prendersi cura di loro.

Ovviamente, si tratta di un rapporto che non tiene conto di quanto sta avvenendo in situazioni eccezionali (guerre e genocidi), ma vuole limitare la propria indagine alla vita di ogni giorno del minore in specie nei contesti familiari, scolastici, ambientali e sociali.

Lo studio di quanto accade dimostra che la violenza può essere trasmessa da una generazione all’altra, con effetti duraturi sulla salute e sul benessere, soprattutto in assenza di un supporto adeguato. Per questo il Rapporto contiene dati e monitoraggio per guidare politiche efficaci, attraverso il sostegno di associazioni specializzate sui bambini, in particolare nel contesto delle violenze intrafamiliari. La violenza è un fenomeno strutturale delle nostre società: accade in ogni parte del mondo, attraverso classi sociali e generazioni e continua a manifestarsi nonostante gli sforzi compiuti per contrastarla.

Un altro Rapporto sui minori perseguiti per violenza sessuale, presentato in Francia a settembre di questo anno dall’Alto Commissario per la Infanzia mostra un aspetto drammatico: il 72 per cento delle persone perseguite per violenza sessuale e stupro ne hanno subiti a loro volta. Peraltro, le equipe mediche coinvolte in queste vicende hanno evidenziato che i bambini che hanno vissuto in un ambiente abusante riportano conseguenze, oltre che sullo sviluppo emotivo su quello fisico e neurologico. Spesso sperimentano significative difficoltà di apprendimento, bassa autostima e depressione che possono portare all’autolesionismo, all’ansia, alla dissociazione, disturbi psichiatrici.

Nella prima infanzia lo stress tossico associato alla violenza può compromettere permanentemente lo sviluppo celebrale e danneggiare altre parti del sistema nervoso. Ancora, l’UNICEF ha potuto certificare che molti tipi di violenza interpersonale rimangono nascosti alla vista del pubblico. Questo può accadere quando l’abuso è socialmente accettato o tacitamente tollerato, come le punizioni corporali. Le vittime possono anche essere troppo giovani per rivelare la propria esperienza o persino per comprenderla. I bambini che subiscono ripetuti episodi di abuso spesso crescono credendo che la colpa sia dei propri difetti. E questo può più facilmente accadere quando i bambini sono piccoli, creandosi situazioni nelle quali si trovano a maggior rischio di lesioni gravi a causa della violenza da parte di chi si prende cura di loro; mentre i bambini più grandi sono più inclini alla violenza da parte dei coetanei, inclusi partner o membri di gang. I bambini con disabilità possono essere particolarmente vulnerabili alla violenza perfino sotto forma di “trattamento”.

Nel documento programmatico, l’UNICEF formula una serie di raccomandazioni chiave dato che nessuna di queste conseguenze è inevitabile: vietare tutte le forme di punizione corporale in ogni contesto; investire in programmi di sostegno alle famiglie; incrementare potenziali ambienti di apprendimento sicuri, liberi dalla violenza tra coetanei e insegnanti; ampliare l’accesso ai servizi sociali a misura di bambino; incoraggiare la formazione e la sensibilizzazione della società per riconoscere e prevenire gli abusi.

«Siamo la prima generazione a comprendere appieno la prevalenza, le cause e i costi della violenza contro i bambini, e la prima a conoscere le soluzioni che funzionano», ha dichiarato Sheema SenGupta, direttrice per la protezione dell’infanzia dell’UNICEF. «Investendo nella prevenzione, nell’istruzione e nei servizi di supporto possiamo spezzare il ciclo della violenza e costruire un mondo in cui i bambini siano al sicuro».

D’altronde, la violenza è un cancro strutturale delle nostre società: accade in ogni parte del mondo, attraverso classi sociali e generazioni, e continua a manifestarsi nonostante gli sforzi compiuti per contrastarla. Per questo dobbiamo combatterla, con associazioni sempre più agguerrite, con progetti sempre più mirati e differenziati, perché il manifestarsi della violenza ha molti volti.