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Gli insulti ricevuti da Zerocalcare dopo aver annunciato la sua “diserzione” al Lucca comics 2023 per il patrocinio dell’ambasciata israeliana sono volgari e in malafede. Alcuni scivolano bellamente nel surreale come fa Libero che definisce il fumettista romano “antiebreo” e “cattivo maestro”, altri sommano le mele con le pere, come fa il Foglio, che lo associa addirittura alla morte della giovane Armita Gerevand, probabilmente uccisa dalla polizia religiosa iraniana. È evidente che Zerocalcare non sia un sostenitore di Hamas e del fondamentalismo religioso, è la sua stessa storia a dirlo. Ed è altrettanto evidente che il suo gesto sia una forma di solidarietà con i civili di Gaza dove è in corso una catastrofe umanitaria e non un sostegno ai miliziani islamisti. Viene però da chiedersi se la non partecipazione a una manifestazione artistica aiuti materialmente la causa palestinese o sia solo un modo di posizionarsi all’interno della propria bolla di riferimento, un riflesso conformista in un mondo di ultras incapaci di percepire le sfumature, di stabilire differenze, assimilando popoli e governi. La vicenda peraltro sta assumendo in queste ore i contorni di un vero e proprio boicottaggio.
Poco dopo l’annuncio di Zerocalcare altri disegnatori hanno infatti annunciato la loro defezione, c’è Alessio Spataro autore di Biliardino e Pangolino, c’è Josephine Yole Signorelli, in arte Fumettibrutti, la quale afferma di averci pensato «diversi giorni» e poi di aver deciso di starsene a casa perché non ci avrebbe «dormito la notte». Si sono poi aggiunti musicisti come Giancane e Gli Ultimi, la tiktoker letteraria La biblioteca di Dafne e, in una zelante progressione codista, si è aggiunta anche Amnesty International Italia. C’è poi la sceneggiatrice di fumetti Antonia Caruso che attacca direttamente gli organizzatori del Lucca comics colpevoli di aver risposto a Zerocalcare in modo apolitico, sottolineando la dimensione artistica della manifestazione consacrata alla condivisione e rivendicato il diritto a mantenere il patrocinio: «Avrebbero dovuto esplicitare il loro posizionamento due settimane fa perché il conflitto è iniziato il 7 ottobre, non il 30», tuona Caruso. Incredibile ma vero.
Chissà cosa ne pensano di questa cagnara piccolo borghese gli israeliani Asaf e Tomer Hanuka che hanno disegnato la locandina del Lucca comics (per questo c’è stato il patrocinio dell’ambasciata), due artisti da sempre in prima linea per il dialogo e la tolleranza e in netta opposizione alle politiche nazionaliste di Netnyahu, autori del film di animazione Valzer con Bashir che ripercorre la strage di Sabra e Shatila del 1982 in cui vennero massacrati tremila palestinesi dalla falangi libanesi con la complicità dell’esercito israeliano.
Devono sentirsi “sporchi” o complici del proprio governo solo per il fatto di avere quella nazionalità e di essere ebrei?
Il boicottaggio è il grado zero della lotta politica, è l'ultima, tardiva spiaggia dell'impegno civile, infonde un illusorio sentimento di appartenenza alla “giusta causa”, una pigra venatura di riscatto morale, e permette di ottenere una pace sbiadita con la propria coscienza.
Una pace a buon mercato e molto spesso ipocrita.