Pare che il presidente Volodymyr Zelensky sia molto soddisfatto del sostegno del nostro governo alla causa ucraina, ma sembra anche convinto che potremmo e dovremmo fare di più. Magari mettendo tra parentesi lo Stato di diritto e le leggi sulla libertà d’espressione o istituendo la legge marziale, proprio come accade da lui. Rispondendo a una domanda dell’inviato del Corriere, Zelensky annuncia infatti di avere pronta una lista nera dei “putiniani” d’Italia pronta da consegnare alla premier Giorgia Meloni.

Questo vale per il nostro Paese ma anche per gli altri alleati europei poco solerti nell’individuare il “nemico interno”. Che cosa diavolo mai dovrebbe fare la leader di Fratelli d’Italia? Identificarli e sanzionarli o magari arrestarli direttamente? E anche ammettendo che i nomi segnalati da Zelensky siano effettivamente quelli di propagandisti e ammiratori a vario titolo di Mosca, in una democrazia tutti hanno diritto a esprimere le proprie idee, per quanto detestabili esse siano. Kiev non è nuova nel pretendere la proscrizione di chiunque ostenti o semplicemente non smentisca pubblicamente posizioni filo-russe.

Già a inizio febbraio le autorità ucraine avevano inviato al Cio un foltissimo elenco con gli atleti che appoggerebbero il Cremlino e la sua guerra di aggressione, chiedendo che vengano esclusi dai Giochi Olimpici che si terranno a Parigi la prossima estate. Si tratta di 760 sportivi, tra nuotatori, tennisti, lottatori e via dicendo, tutti di nazionalità russa e bielorussa. Ma sia Mosca che Minsk sono già state escluse dal Cio nel 2022 e i loro rappresentanti sono costretti già oggi a gareggiare a titolo individuale, non avendo il diritto di competere sotto le proprie insegne nazionali. Se l’elenco di Kiev venisse accolto si arriverebbe addirittura alla profilazione individuale e all’esclusione on demand.

Due cruenti anni di guerra hanno stressato la fragile democrazia ucraina ed è comprensibile, ma Zelensky non può pretendere che gli alleati europei rinuncino alle libertà fondamentali per compiacerlo. Le liste nere lasciamole alla Russia di Putin.