Nel caso di Emanuele Pozzolo bisognerebbe citare Emanuele Pozzolo: la colpa è di chi preme il grilletto. È un concetto che il deputato meloniano ha ribadito diverse volte, sui suoi social, prima sbertucciando Obama e la sua politica contro le armi, poi puntando il dito contro Joe Biden. Entrambi ce l’avevano con la lobby delle armi, entrambi, quando qualcuno imbracciava un fucile per fare stragi e seminare paura, se la prendevano con il mezzo e non (solo) con chi lo utilizzava. Perché la colpa non è delle armi, sostiene Pozzolo, ma di chi le usa. Inutile stare a sottolineare che senza un’arma è difficile trovare qualcuno che prema il grilletto, per errore, per impazzimento, per momentanea trance. Tutti e due i presidenti americani - al netto delle ipocrisie pure censurabili - erano intenti a guardare il dito e non la luna, sostiene Pozzolo. Il dito, questa volta, non si sa di chi sia. Pozzolo, però, giura su Dio-patria-famiglia che non si tratta del suo. Il fatto ormai è noto a tutti: la notte di San Silvestro, durante il veglione trascorso in compagnia del sottosegretario Andrea Delmastro e una trentina di altri invitati, il deputato ha deciso di portare con sé la propria pistola da borsetta North american arms, una calibro 22 legalmente detenuta. Forse si sentiva poco al sicuro, nonostante la presenza di uomini di scorta armati e addestrati ad utilizzare le armi in caso di necessità. Il punto, però, è che la pistola, ad un certo punto, ha sparato. Perché sia stata tirata fuori, da chi, in che mani sia finita, perché non ci fosse la sicura, non è dato saperlo. Però la pistola ha sparato, facendo calare il gelo nella sala della Proloco di Rosazza (Biella) e ferendo a una gamba il genero di un agente della scorta di Delmastro. Cosa ci si aspetterebbe da un esponente del partito maggiormente dedito ad ordine e regole? Cosa farebbe un politico della maggioranza più fedele alla divisa? Massima collaborazione con le forze dell’ordine. E invece no. Pozzolo ha usato le proprie prerogative parlamentari invocando l’immunità - un principio sacrosanto che andrebbe, pertanto, onorato, rispettato, utilizzato con cognizione di causa -, rendendo un po’ più complicate le indagini. Come? Pur sottoponendosi allo stub, per rilevare eventuali residui da sparo su braccia e mani, si è rifiutato di consegnare ai carabinieri i vestiti indossati quella notte. Un atteggiamento difficile da comprendere e che allunga la sequela delle indagini. Perché toccherà chiedere un’autorizzazione al Parlamento e chi se la sentirebbe, anche tra i suoi amici più stretti, di dire no, i vestiti del deputato che ha portato la pistola al veglione non li toccate, è un’invasione di campo nell’attività parlamentare? Probabilmente nemmeno Pozzolo. Ma Pozzolo ha deciso così e allora le indagini dovranno fare un giro un po’ più lungo. Ciò nonostante gli investigatori sembrino certi del fatto che si tratti di un incidente. Nessuno vuole processare Pozzolo per tentato omicidio, ma le cose vanno chiarite. Perché il giovane malcapitato se la caverà, ma una pallottola è finita comunque nella sua gamba. E ci sono parecchi interrogativi ai quali il deputato che se la pigliava coi percettori di reddito di cittadinanza - uno fu apostrofato come parassita anche se invalido al 100% - dovrebbe rispondere: perché ha portato con sé una pistola? Perché quella pistola è sfuggita alla sua custodia? Com’è stato possibile che sparasse e, soprattutto, ad altezza d’uomo? Pozzolo giura di non aver premuto il grilletto: «Confermo che il colpo è partito accidentalmente da una pistola da me regolarmente detenuta – ha spiegato in una nota diramata lunedì sera – ma non sono stato io a sparare». Perché, dunque, non consegnare i vestiti? Mistero. Sarebbe facile tirare in ballo il karma. Fare “social shaming”, tirando fuori i tweet e i post che facilmente gli si ritorcono contro. Ma a questo punto, sarebbe interessante sapere cosa ne penserebbe Obama: la colpa sarebbe di Pozzolo o della sua pistola? Forse, stavolta, al deputato di Fratelli d’Italia un commento dell’ex Presidente degli Stati Uniti non dispiacerebbe.