Jeff Bezos si sposerà a Venezia. Con Lauren Sànchez, una donna bellissima e dalla vita tutt’altro che ordinaria. Nozze e feste tra il 24 e il 26 giugno. Non è certo il primo matrimonio vip a Venezia. E forse non sarà neanche quello più d’impatto. D’accordo, non sarà come quando Woody Allen sposò Soon Yi nel 1997 (in segreto, niente invitati, solo la complicità di Massimo Cacciari per formalizzare la relazione con la figlia adottiva della sua ex compagna). Ma non dovrebbe neppure essere devastante come con i Pink Floyd in bacino San Marco nel 1989.

Le voci, nei mesi scorsi, erano preoccupanti. Si prospettava la paralisi della città, con tutti i taxi (acquei) prenotati e gli alberghi riservati per gli ospiti. Voci poi smentite dall’Amministrazione comunale. Rimane una considerazione di fondo: i soldi non possono ottenere ogni cosa. Suona un po’ demagogico. Ma, calato in concreto, significa ad esempio che tutti i taxi di una città non possono essere prenotati in blocco da chi abbia la capacità economica di farlo: sono un servizio pubblico che non può essere vanificato. Per quanto uno sia ricco non potrebbe comprare tutti i posti su tutti i treni. Insomma: non tutto è in vendita, e comunque non del tutto.

Ma c’è anche un altro livello di riflessione. A che servono le città? Servono naturalmente per essere abitate, frequentate, utilizzate da chi ci vive e ci lavora. Con tutto ciò che questo comporta in termini di servizi e infrastrutture. Ma hanno anche una propria identità: ed è qualcosa che può avere un peso enorme. Alle esigenze dei cittadini si sovrappongono così quelle della città, e non è detto che combacino. Dipende dai casi. E le esigenze legate all’identità di Venezia sono gigantesche: impongono di aver cura del suo rilievo culturale e storico, della sua immagine, della sua fragilità.

Si spiega così perché Venezia sia un mondo a sé nel diritto amministrativo: lo è nella realtà, e dunque ha esigenze differenziate cui le regole, le scelte e l’attività amministrativa devono dare risposta. Per dire: a Venezia non ci sono auto. Ma la circolazione umana può essere peggio del traffico nell’ora di punta. Per questo è la prima città al mondo in cui si sta sperimentando un ticket per entrarvi. Non una misura per far cassa, ma per tenere gli ingressi entro limiti di sostenibilità. Il trasporto pubblico avviene su acqua: gondole a parte, anziché gli autobus ci sono i traghetti; sui quali una corsa ti costa cinque volte di più se vieni da fuori. Misure discriminatorie, è vero. C’è un problema di equilibrio: ma si tratta di assicurare la mobilità a una collettività locale minoritaria rispetto ai turisti.

E naturalmente gli edifici: a Venezia sono regolamentati a uno a uno, parlare di un piano regolatore “generale” è fuorviante. Arte e storia sono ovunque, impongono regole, plasmano gli istituti giuridici. Le nozze Bezos – Sanchez saranno, pare, a San Giorgio Maggiore. Ma quell’isola è un sistema amministrativo tutto suo: dopo la soppressione napoleonica del millenario monastero benedettino è diventata demanio, ma quel che ora conta è la sua concessione a una fondazione che raccoglie un po’ tutte le istituzioni e che ne ha fatto il centro di iniziative a livello mondiale (con buona pace dei sempre più rari benedettini).

C’è poi la fragilità dell’ecosistema. Venezia è il simbolo degli effetti umani sul clima e sull’ambiente, rischiando di essere sommersa dall’innalzamento del livello dei mari. E in questo quadro si colloca la realizzazione del Mose (avvenuta anch’essa attraverso un percorso amministrativo “sui generis”, ma che non ha dato buona prova di sé…).

Venezia si identifica con il suo centro storico. Ma, come entità amministrativa, è un Comune che si allarga alla terraferma e comprende una città cresciuta disordinatamente (Mestre) e un’area portuale tra le più estese in Europa (Marghera). Ed è una Città metropolitana di cui fanno parte Jesolo e Cavallino Treporti, con un turismo balneare da record. Insomma, Venezia ha una proiezione amministrativa ben oltre Venezia. A dar conto della sua importanza è certo il suo straordinario patrimonio artistico. Ma, soprattutto, Venezia è un’icona, presente nell’immaginario collettivo globale. Non è un caso che l’albergo più grande al mondo si chiami “The Venetian” e riproduca i suoi monumenti simbolo (per la cronaca, è a Las Vegas).

Si potrebbe continuare, ma la conclusione è già chiara: Venezia è una realtà unica, percepita come tale, e incomparabile con altre città. E dunque: una città merita sempre rispetto e attenzione alle sue specifiche esigenze. In fondo, ci si può innamorare di ogni città: capita, specie se ci sei nato. Ma alcune città sono davvero uniche, profondamente diverse da qualsiasi altra.

Venezia, appunto. Il loro matrimonio produrrà inconvenienti, opportunità, ritorni di immagine. Vedremo. Ma, al di là di tutto, è anche difficile dargli torto: Jeff Bezos e Lauren Sanchez hanno scelto un gran bel posto per sposarsi.