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La sede dell'Associazione Nazionale Magistrati (LaPresse)
Avevamo pensato: i magistrati vanno in ferie. Tutti insieme, a parte i pochi che si rompono la schiena a fare i turni in piena estate, innanzitutto per gli arresti, e che s’immagina vengano ampiamente alternati e comunque giustamente ricompensati. Ci eravamo detti, a riguardo, che quello era il motivo per cui non avevano fatto comunicati né, tranne rarissime eccezioni, interviste, ad agosto, sui detenuti: l’emergenza c’è, ma a noi che non siamo moralisti dello stakanovismo, neppure al cospetto di una delle poche categorie rimaste (magari valesse per tutti) alla cara vecchia Italia che nel mese più caldo fermava tutto e mandava tutti in vacanze obbligate, non è parsa un’indegna diserzione.
Sono funzionari dello Stato, non politici: se si assentano per tre o quattro settimane l’anno, nulla da dire. Poi però ieri abbiamo visto la fulminea puntualità con cui è arrivata la nota dall’associazione che dei magistrati (inclusi quelli in vacanza) è di fatto il sindacato: non urlava misure urgenti per l’ennesimo detenuto che si è stretto una busta di cellophane e ha acceso il fornelletto da campeggio, ma indignazione per l’attacco alla magistratura sferrato da alcuni esponenti politici a proposito di vicende riguardanti un familiare del presidente del Consiglio. Ah: ma allora non eravate impossibilitati dal meritato riposo, e potevate, potevate eccome.
Solo quando vi interessa davvero, solo quando sentite il pungolo del ritorno alla golden age del ventennio berlusconiano, quella in cui eravate il centro del mondo e del giornalismo politico, fate un’eccezione. E va bene. Non vogliamo cedere alla tentazione moralista manco di fronte a questo, Ma almeno ammettetelo, cari magistrati, che quel ventennio meraviglioso vi manca tanto, ma proprio tanto.