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Anche al netto, diciamo così, del livello locale del mercato dei voti su cui è esplosa l’ennesima bomba giudiziaria pugliese in una regione di 4 milioni di abitanti o in un Comune di 25 mila come Triggiano, della città metropolitana di Bari - è avvilente scoprire o solo sospettare, volendo essere garantisti, che un elettore si deprezzi ormai anche a meno di 50 euro l’uno. I vecchi, anzi noi vecchi, abituati ancora dopo più di vent’anni a rimisurare tutto con la vecchia moneta nazionale, potremmo magari consolarci dicendo che in fondo si tratta di quasi 100 mila lire.
Con queste tariffe avremmo fatto le nostre fortune a Napoli e dintorni ai tempi di Achille Lauro, anche se il “comandante” preferiva pagare i suoi elettori in merci, specie di abbigliamento, preferibilmente scarpe, potendone dare in anticipo una e poi, dopo il voto, consegnare l’altra del paio concordato al mercato nero. O azzurro, che era il colore preferito dell’armatore monarchico già prima che lo adottasse Silvio Berlusconi: azzurre come le sue navi, a partire da quella che assunse il suo nome. E diventò celebre per finire sequestrata con i suoi passeggeri e l’equipaggio nel 1985 da un commando di palestinesi nel Mediterraneo. Ci scappò pure un morto: un invalido ebreo di passaporto americano che il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan, scontrandosi con l’allora premier Bettino Craxi, voleva vendicare in territorio italiano facendo sequestrare a sua volta dai marines nella base siciliana di Sigonella alcuni dei sequestratori in fuga verso Tunisi, su un aereo egiziano, dopo avere abbandonato la nave.
Ma torniamo ai nostri giorni e al miserabile mercato dei voti emerso in una regione ormai senza quiete come la Puglia. Dove il governatore Michele Emiliano e il sindaco uscente di Bari Antonio Decaro, nonché presidente dell’associazione nazionale dei Comuni, sono finiti sui palchi e sui giornali, col racconto delle loro avventure alle prese con la malavita locale, come nel secolo scorso al cinema Stanlio e Ollio.
Già avvilenti di loro, le cronache giudiziarie hanno dato un altro colpo rovinoso a quelle politiche per l’uso che l’ex premier Giuseppe Conte ha voluto fare delle prime ritirando il suo partito dalle primarie - che aveva malvolentieri concordato per domenica prossima col Pd di Elly Schlein ed altre componenti del presunto campo largo alternativo al centrodestra - per la scelta del candidato alla successione a Decaro come sindaco d Bari.
Schlein non ha potuto fingere di non vedere e non sentire il suo partito declassato moralmente, come già i grillini del resto avevamo fatto in passato per la vicenda di Bibbiano. La segretaria del Nazareno ha quindi reagito con stizza questa volta alla reazione del presidente del Movimento 5 Stelle. E il cosiddetto campo largo è tornato a svanire in quello che il Conte di Volturara Appula sembra ormai ritenere solo il campo pentastellato. Dove sarebbe possibile far crescere, o lasciare deperire, qualche cespuglio, non di più.
Per l’alternativa al centrodestra c’è tempo evidentemente, nonostante l’ottimismo e la fretta coltivati da Pier Luigi Bersani nei salotti televisivi dove ormai trascorre le sue serate e in qualche piazza dove Schlein lo convince a parlare nei turni elettorali di cui è disseminato un sempre più scomodo calendario politico.