Quasi ogni volta che sento qualcuno parlare di cibo e diete penso a Elide Catenacci che rifiuta di mangiare gli idrocarburi. Sempre a Elide e a C’eravamo tanto amati ho pensato quando ho ascoltato Francesco Lollobrigida, ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare, parlare al Meeting di Rimini il 24 agosto pomeriggio.

Il titolo era “Food security e sostenibilità”: cooperare per crescere, e chissà perché non usare l’italiano quando abbiamo le parole. Ma non ci distraiamo dal nostro perché la questione è seria. La sintesi “mangiano meglio i poveri dei ricchi” è un po’ ingenerosa e vi consiglio di ascoltarlo. Ecco alcuni passaggi meritevoli.

Prima di tutto la dieta mediterranea non riguarda solo l’Italia ma tutte “le nazioni del mediterraneo”. È merito della dieta mediterranea se siamo i secondi più longevi al mondo ed è sicuramente merito del fatto che mangiamo più carboidrati (eccoci, Elide) che carne rossa. “Abbiamo voluto centrare un risultato”, cioè la candidatura della cucina italiana come patrimonio dell’Unesco. “Una partita da giocare”. Una visione patriottica della cucina, dal pomodoro alle patate, no? E poi storia e cultura, mica si mangia solo, e ci sono anche “eventi suggestivi”. L’ultima volta a Pompei dove è stato ritrovato un affresco che testimonia la pizza – o la sua antenata.

“Per orgoglio e volontà di presentare ogni ambito” di quello che riguarda la cucina. Tradizione, ambiente e biodiversità e le filiere collegate. “Produrre qualità non ha lo stesso costo di produrre punto”. Ma tu pensa.

“Gli Stati Uniti sono un grande popolo, ci hanno liberato, ci hanno difeso, lo fanno ancora. Su una cosa non ci possono insegnare niente: a mangiare”. Abbiamo un diverso modello di educazione alimentare (o meglio “una criticità che non vogliono rimuovere”) – ed eccoci al capolavoro. “Noi abbiamo una educazione alimentare interclassista. Abbiamo un grande vantaggio. Da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi perché cercando dal produttore l’acquisto a basso costo comprano qualità”.

In che senso? Domani provo ad andare dal produttore. Negli Stati Uniti invece “i poveri, o meglio, le classi meno agiate (chissà se qualcuno gli ha lanciato un’occhiataccia biasimando l’uso di una parola sconveniente), che vengono rimpinzati attraverso elementi condizionanti, devo dire il Nutriscore è uno di questi, […] che vanno verso l’interesse di chi deve vendere” (la pasta e la lattuga sono invece opere filantropiche). Questo porta a una “divaricazione anche dello stato fisico delle persone”.

Su una cosa però ha ragione il nostro novello Massimo Catalano: mangiare bene è meglio che mangiare male.