Coerenza oppure ripiegamento, rinuncia, abbandono? La sinistra italiana (non solo quella politica ma anche quella televisiva), sembra essersi persa nella coazione a ripetere della sindrome dell’Aventino, ovvero dentro quell’eterna tentazione di abbandonare il campo di gioco e di battaglia per rifugiarsi nel sacrario dei propri “irrinunciabili” valori.

Che poi è un modo come un altro per delegittimare l'avversario politico: presentarlo come “eversivo” e antidemocratico; segnare una distanza incolmabile, quasi genetica, tra “noi” e “loro”. Una dinamica nella quale è caduta anche Lucia Annunziata che, come Fabio Fazio, ha deciso di mollare la rete perché, dice lei, non condivide “nulla dell'operato dell'attuale governo, né sui contenuti, né sui metodi”. Una scelta di autocensura che nasconde anche un sottotesto decisamente singolare: la lottizzazione Rai - sembra infatti ammettere Annunziata - è inevitabile, fisiologica e per certi versi addirittura legittima. La qual cosa non è propriamente espressione di un pensiero liberale.

P.s. Oggi Alessandro Giuli invita la destra a liberarsi dei complessi di inferiorità. Giusto, giustissimo. Sarebbe ora però che la sinistra si liberi del senso di superiorità…