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l Ministro Nordio sta lavorando incessantemente per riformare una delle più riformate e irriformabili realtà: la giustizia. Unaep segue con estrema attenzione questo lavoro, dato che da anni ritiene che la vera, reale, efficace riforma della giustizia troverà concretezza quando tutti coloro che devono attuarla si troveranno sullo stesso piano costituzionale.
Essendo stato Nordio un magistrato, “ne sa di latino”, parafrasando il Manzoni. Non che ciò abbia un peso per forza, se è vero che il presidente emerito Luciano Violante ha avuto modo di affermare che “ i due migliori ministri della giustizia sono stati Martelli e Fassino, nessuno dei due laureati in giurisprudenza”, ma “entrambi affiancati da ottimi consiglieri”.
Ecco, se i consiglieri del Ministro avranno pazienza di leggere queste poche righe, non potranno rimanere insensibili rispetto ad un punto essenziale, dato che diversamente la riforma della giustizia scadrebbe fra le bandierine che ogni Governo tenta di accaparrarsi. Nessuno, infatti, affronta mai il problema innovativamente e in termini di civiltà giuridica: se non si parte ponendo sullo stesso piano costituzionale – e dunque di garanzia – le parti del processo, qualsiasi riforma sarà sempre destinata a non produrre gli effetti voluti.
Taluni ritengono che già l’articolo 24 della Costituzione contempli implicitamente la figura dell’avvocato, prevedendo il diritto di difesa. Ma chi si ferma al concetto generale dimentica (o non sa) che ci si può difendere anche in proprio in moltissimi tipi di controversie ed anche per due gradi di giudizio. È una norma soggettivamente generalista (“Tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi”), oggettivamente funzionalista (“La difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento”), e sussidiariamente economica (“Sono assicurati ai non abbienti, con appositi istituti, i mezzi per agire e difendersi davanti ad ogni giurisdizione”).
L’articolo 24 della Costituzione italiana, dunque, benché pregevolissimo, è silente totalmente sulla professione dell’avvocato, mentre per la magistratura è ben precisato che costituisce un ordine autonomo e indipendente (articolo 104).
Non v’è chi non veda la differenza fra la norma che prevede che “tutti possono agire in giudizio” e che “la difesa (che tutti possono svolgere) costituisce un diritto inviolabile”, e quella che prevede “la magistratura è un ordine autonomo e indipendente”: da un lato si codifica la funzione e non chi la svolge, dall’altro chi la svolge.
In ciò l’Italia – benché culla del diritto – sconta un ritardo notevolissimo sulla protezione dei tutori della legalità e della difesa, sia con riguardo agli altri Paesi europei, sia con riguardo a Paesi extraeuropei (si pensi alla Tunisia, paese non propriamente democratico, la cui Costituzione prevede all’art. 105 della propria Carta fondamentale: “ La professione di avvocato è libera e indipendente. Essa contribuisce alla realizzazione della giustizia e alla difesa dei diritti e delle libertà” (art. 105, comma 1) e che “ L’avvocato beneficia delle garanzie di legge che ne assicurano la protezione e gli consentono di esercitare le sue funzioni”).
È nostra opinione che fin quando si traccheggia sull’equiparazione costituzionale fra chi indossando la medesima toga difende e chi decide quale difesa prevalga, prevedendo accanto a “la magistratura è un ordine autonomo e indipendente”, anche “la professione di avvocato è libera e indipendente”, ponendo costituzionalmente l’accento sulla specificazione delle modalità d’esercizio della professione, che deve essere necessariamente svolta «in posizione di libertà e di indipendenza, nel rispetto delle norme di deontologia forense», mancherà sempre una tessera del mosaico “giustizia” che renda “effettiva la tutela dei diritti” e “inviolabile il diritto di difesa”.
Tutelare l’avvocato vuol dire tutelare l’interesse generale a che la giustizia funzioni: è un valore di civiltà giuridica. È un valore per l’intera collettività. Sulla riforma della giustizia vorrei consigliare a Carlo Nordio: only the brave!
*Presidente di Unaep (Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici)