Martedì 30 Dicembre 2025

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Il commento

L’arrivo dei dazi fa salire la nostalgia della saggezza dei grandi partiti di popolo

In un contesto globale in trasformazione, l’Italia deve riscoprire lo spirito di collaborazione tra maggioranza e opposizione per affrontare le sfide comuni, a partire dalla politica estera

10 Aprile 2025, 09:37

14 Dicembre 2025, 22:10

L’arrivo dei dazi fa salire la nostalgia della saggezza dei grandi partiti di popolo

Ci sono dei momenti nella vita democratica di un paese dove emergono le ragioni politiche per una rinnovata e consapevole collaborazione. Politica ed istituzionale. Cambiano i contesti politici, gli scenari culturali e, come ovvio, le classi dirigenti e gli stessi strumenti organizzativi.

Nel caso specifico i partiti. Ma restano intatte le ragioni che dovrebbero spingere le classi dirigenti del momento ad assumere atteggiamenti e comportamenti all’altezza della situazione. È indubbio che anche il nostro paese dovrebbe rispondere in modo adeguato e politicamente intelligente. Per essere ancora più chiaro, riscoprendo una prassi - ed un progetto - che in un passato lontano, e per tutt’altre ragioni, si chiamava semplicemente come «politica di solidarietà nazionale» tra le principali forze politiche della maggioranza e dell'opposizione.

Nello specifico, e per fermarsi a quella stagione, tra la Dc e il Pci dell’epoca. Adesso, come tutti ben sappiamo, dobbiamo fare i conti con il nuovo progetto messo in campo dall’amministrazione americana che, oggettivamente, contribuisce a ritoccare gli equilibri geo politici che per lunghi 80 anni hanno caratterizzato l’assetto mondiale. Oggi si parla di “dazi” ma, come non sappiamo, l’orizzonte è molto più ampio perché riguarda il rapporto tra l’Europa e gli Stati Uniti d’America e, al contempo, la riscoperta e il rilancio dell’antico ma sempre drammaticamente attuale e moderno progetto europeista. Di matrice degasperiana e democratico cristiana, aggiungo per l’esattezza. Cioè di un’Europa politica, federale e democratica. Certo, non tutto dipende dalle singole politiche nazionali dei vari paesi europei. Ma è indubbio che ogni paese dell’Unione Europea è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità con singole politiche. E, per fermarsi al nostro paese, dovremmo continuare ad assistere al triste e decadente spettacolo di una contrapposizione frontale e senza sconti

tra la maggioranza e l’opposizione? Con il rischio, sempre più concreto, che dobbiamo anche assistere alla singolare e stucchevole convergenza tra gli opposti populismi? Esiste, in concreto, la possibilità di far emergere adesso una convergenza politica di fondo - almeno sul tema delicato e decisivo della politica estera e della concreta difesa degli interessi nazionali - tra settori della maggioranza e dell’opposizione? Certo, non mancano al riguardo forze politiche responsabili e consapevoli della posta in gioco.

Penso a Forza Italia nel campo della maggioranza e anche e soprattutto alla stessa Presidente del Consiglio - ma non di tutto il suo partito, purtroppo - e ad Azione di Calenda e all’area riformista del Pd nell’altro campo, quella dell’opposizione. E tutto il resto? Si ha la sensazione, sempre più diffusa purtroppo, che prevalga l’antico slogan estremista e populista del “tanto peggio tanto meglio”. Ecco perché, al di là di ogni tentazione nostalgica o passatista, cresce il rimpianto per il comportamento concreto dei grandi partiti popolari della prima repubblica - penso in primo luogo alla Dc e anche al Pci - che seppero riscoprire, e declinare, una “politica di solidarietà nazionale” quando le esigenze generali del paese quasi lo imponevano. Capiterà anche adesso? Come recita un antico proverbio italiano, “la speranza è l’ultima a morire”.