Un autentico fulmine a cielo relativamente sereno, nel senso che tutti gli elementi di conoscenza sulle condizioni sanitarie di Berlusconi facevano pensare che i problemi veri si sarebbero posti ma di qui a qualche tempo invece tutto è’ precipitato con conseguenze umane assai drammatiche ma anche con interrogativi politici rispetto al futuro di Forza Italia di non poco conto.

Il sottoscritto ha avuto con Berlusconi forti rapporti politici e anche significativi rapporti personali. Sul piano umano Berlusconi è stata ma persona più profondamente simpatica allegra estroversa e imprevedibile che ho conosciuto. Sul terreno della pura amicizia egli era capace di tutto anche di gesti di straordinaria generosità.

Volendone però darne una visione non diplomatica o stilizzata bisogna anche aggiungere che un aspetto del tutto imprevedibile della sua personalità è che costituito dal fatto che egli era uno straordinario bugiardo, straordinario perché molto spesso queste bugie erano fini a se stesse, erano così smaccate da essere evidenti e quindi di per sé inutilizzabili per fini politici inconfessabili e però egli le raccontava così bene che finiva con l’identificarsi e col convincersi che esse costituivano assoluta verità. Ciò detto veniamo ai nodi politici fondamentali.

Nel corso della Prima Repubblica Berlusconi riuscì a realizzare un autentico capolavoro cioè quello di costruire una grande televisione privata malgrado che la forza del partito Rai fosse straordinaria e coprisse tutto l’arco costituzionale con particolare riferimento alla DC e al PCI. In quella vicenda emerse in modo netto il ruolo di battitore libero che Craxi si era assegnato perché egli fece da sponda a questa iniziativa di Berlusconi anche in momenti assai difficili e complessi.

Quando scoppiò Mani Pulite Berlusconi, passata la transitoria euforia determinata dal voto in Parlamento a favore di Craxi su 4 proposte di rinvio a giudizio, Berlusconi comprese che si stava di fronte a una vicenda eversivo rivoluzionaria e si pose al riparo nel senso che a un certo punto abbandonò Craxi al suo destino è mise le sue tv a disposizione del pool.

La conferma che il pool dei pm di Milano faceva politica sta nel fatto che Berlusconi nel 1992- 93 non fu neanche sfiorato da un avviso di garanzia, malgrado che l’aria specie a Milano per gli amici di Craxi non fosse certamente molto igienica. Tuttavia, una volta che Berlusconi capì che ci si trovava di fronte ad un cambiamento di regime egli non si rassegnò a ritagliarsi uno spazio alla corte dei nuovi potenti, da D’Alema a Veltroni, anche perché essi pendevano dalle labbra di un suo nemico giurato cioè Carlo De benedetti.

Inoltre, a fiuto, Berlusconi capi che da un lato l’operazione giacobina aveva dei fanatici sostenitori, ma che essa era anche rifiutata da larghi settore i della società italiana e da molteplici spicchi della cultura politica allora in campo. In sostanza c’era al centro un vuoto politico che qualcuno poteva riempire.

Al netto degli errori successivi a nostro avviso è incontestabile che Berlusconi ha un merito storico fondamentale: scendendo in campo con una nuova formazione politica e costruendo una alleanza anche con An e la Lega, Berlusconi ha garantito l’esistenza in Italia di una dialettica politica reale evitando che a conquistare il potere fosse solo lo schieramento costituito dal pool dei pm di Mani Pulite da un pezzo dal circo mediatico giornalistico e dal PDS guidato dai ragazzi di Berlinguer.

Certamente dopo quella discesa in campo Berlusconi è stato sottoposto a un bombardamento giudiziario durato fino al 2013. Poi, malgrado una condanna assai discutibile e una estromissione dal parlamento ancora più discutibile e forzata e anche una serie di errori politici commessi in quella fase, tuttavia Berlusconi è riuscito, con la forza del suo carisma personale a mantenere la presa su una arra politica elettorale che va dal 6 all’ 8 per cento, cosa di non poco conto.

Certamente quando una area politica, oltre ai suoi storici riferimenti politici e culturali, è concentrata su una sola persona, gli interrogativi riguardanti il futuro sono molto rilevanti. Una cosa però ci sembra abbastanza certa: è difficile prevedere come si dislocherà quell’area intorno all’8 per cento ma una cosa ci sembra certa: essa può oscillare tra l’astensione, la ricollocazione in una Forza Italia reinventata, cosa difficilissima, opzioni verso la Lega o verso Giorgia Meloni, ma certamente il Pd della Schlein e neanche Renzi possono esercitare il benché minimo interesse per sensibilità politico culturali di stampo liberale e centrista anni luce lontani da questa sinistra e anche da narcisismi brillanti ma del tutto personali.