Mosca e la Russia tentano di smuovere le macerie dell’attentato del Crocus City Hall. Il lavoro che attende l’autorità giudiziaria e le forze di polizia non è semplice. Le 143 vittime (il bilancio è ancora provvisorio) accrescono il carico da novanta su una popolazione fiaccata dalla guerra in Ucraina – la parola proibita è stata usata un paio d’ore dopo la strage di Mosca da Dmitry Peskov per indicare il tunnel buio in cui è finita la Russia -, dall’indignazione provocata dalla morte di Alexei Navalny e dalla farsa delle presidenziali di una settimana fa. Ora, l’«Orso russo» si scopre meno temerario e con alcuni punti deboli. Intanto, il 24 marzo è stato proclamato il lutto nazionale. Ad annuncialo è stato Vladimir Putin, presentatosi in televisione per fare le prime valutazioni a freddo dopo la strage di venerdì sera. «Forniremo – ha detto Putin - l'assistenza necessaria a tutte le famiglie le cui vite sono state colpite da una terribile disgrazia. Saremo vicini ai feriti e alle loro famiglie. Esprimo le mie più sentite condoglianze a tutti coloro che hanno perso parenti e amici. L'intero Paese, tutto il nostro popolo è in lutto». Il presidente russo si è soffermato anche sui presunti autori della strage: «Tutti e quattro gli autori dell'attacco terroristico, che hanno sparato e ucciso persone innocenti sono stati trovati e arrestati. Hanno guidato da Mosca verso il confine ucraino, dove è stata preparata una finestra per la loro fuga dalla Russia. I criminali hanno agito a sangue freddo e intenzionalmente per uccidere, per sparare a bruciapelo ai nostri cittadini, ai nostri bambini. Come i nazisti, che hanno commesso rappresaglie nei territori occupati, hanno pianificato di organizzare un'esecuzione esemplare, un sanguinoso atto di intimidazione». Putin ha promesso che tutti gli autori e gli organizzatori della strage saranno puniti in modo esemplare. Oltre alla commozione, in momenti come questi si tenta anche di individuare i mandanti e i responsabili politici. Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky, ha negato il coinvolgimento dell’Ucraina nell’attacco terroristico del Crocus. «Qualsiasi tentativo – ha affermato Podolyak - di coinvolgere l’Ucraina nell’attacco terroristico è assolutamente insostenibile. L’Ucraina non ha nulla a che fare con questa strage. Le versioni dei servizi speciali russi, per quanto riguarda il nostro Paese, sono assolutamente insostenibili e assurde».
Sull’attentato del Crocus è intervenuta l’organizzazione per i diritti umani OVD-Info, che mette in guardia rispetto alle ulteriori compressioni delle libertà fondamentali alle quali potremmo assistere in Russia. «Gli atti terroristici – si legge in una nota - fanno parte della realtà russa a cui è impossibile abituarsi e che da anni contribuiscono all’intimidazione dei cittadini. Perseguendo oppositori politici indesiderati per il "terrorismo", le autorità consentono ancora che si verifichino tragedie con centinaia di vittime. In un Paese dove i partecipanti alle proteste pacifiche vengono immediatamente identificati dalle telecamere, dove per un adesivo o un pezzo di carta c'è la possibilità di finire in una colonia penale, dove non puoi esporre un cartello per protestare, puoi portare invece un'arma in un concerto e utilizzarla senza difficoltà. Ciò che è accaduto è una conseguenza diretta dell’illegalità e dell’indifferenza dello Stato nei confronti delle vite umane. Il team di OVD-Info esprime cordoglio per tutte le vittime e si scusa con i parenti delle persone uccise al Crocus City Hall».