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«Il nome dell’assassino di Simonetta Cesaroni è nelle carte»
Garantisti e fieri fautori della depenalizzazione, stavolta siamo noi del Dubbio a chiedere l’introduzione di una nuova fattispecie di reato, una norma che tuteli i cittadini dal “tentato omicidio mediatico-giudiziario”.
L’ultimo delitto di questo singolare ma non meno feroce reato, si è consumato sulla pagine di Repubblica. La vittima designata è Mario Vanacore, figlio di Pietrino, il famoso portiere di via Poma indagato e poi prosciolto per la morte di Simonetta Cesaroni.
A distanza di decenni Repubblica ha pubblicato un’informativa dei carabinieri che ricostruisce come in un film horror le modalità di quel terribile omicidio. E tutto questo nonostante la procura abbia liquidato quella ricostruzione come del tutto infondata; “suggestiva e priva di elementi indiziari”, per la precisione. Insomma, carta straccia.
Ora di una cosa siamo certi: dopo questo articolo le vittime saranno due: Simonetta, uccisa da 29 coltellate in un terribile pomeriggio d’agosto di 34 anni fa, e Tonino Vanacore, massacrato da una informativa consegnata alla stampa.