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Quel che è accaduto a Brindisi è esemplare: da giorni sui social, da Facebook a WhatsApp, circola infatti la “notizia” secondo cui donne rom incinte adescano i bambini della città pugliese offrendo loro caramelle allo scopo di rapirli. Nei post viene persino mostrato il volto delle donne. Una catena di S.Antonio che ha seminato allarme e, naturalmente una robusta ventata di razzismo. Le ragazze, gettate in pasto alla gogna digitale sono state fermate e interrogate dai carabinieri i quali hanno smentito l’allarme, spiegando che non avevano commesso alcun reato e che in caserma non gli era arrivata nessuna denuncia.
L’“inchiesta” era tutta virtuale ma ha alimentato l’ennesima leggenda metropolitana contro gli odiati zingari, un filone sempreverde nel campionario del razzismo contemporaneo. In Italia è tornata, disumana e feroce, la propaganda anti-rom, basta osservare le prime pagine e i servizi televisivi dei media cosiddetti “populisti” per averne sufficiente contezza. Il disegno di legge “anti-borseggiatrici” appena approvato dal governo Meloni che rende possibile incarcerare donne incinte o con bambini fino a un anno di età, oltre a essere cucito addosso a un’unica categoria sociale è figlio proprio di questo clima avvelenato dagli organi di informazione.
Prendiamo Fuori dal coro, il programma grand guignol di Mario Giordano in onda regolarmente su Rete4, con la sua martellante, ossessiva e ansiogena campagna sull’emergenza zingari, ecco alcuni titoli dei servizi di approfondimento: “Il clan rom terrorizza la città”, “Qua comandiamo noi”, “Il quartiere della paura in mano ai rom”. “La mafia dei rom. Le case occupate fortino dei criminali”. Oppure Libero, il quotidiano diretto da Mario Sechi sempre in prima liena: “Le ladre rom con la scorte, nessuno si indigna”, “Ladri di case, italiani cacciati”, “Nelle mani dei criminali”, “Il campo dove spariscono le auto, degrado infinito”.
Si potrebbe andare avanti ad libituum citando La Verità di Maurizio Belpietro o Il Giornale di Alessandro Sallusti o ancora le centinaia di testate locali “apolitiche” che ogni giorno gonfiano (quando non inventano), in un crescendo paranoico, le notizie di cronaca che riguardano gli zingari, neanche stessimo parlando della Cosa Nostra di Toto Riina e i Corleonesi o del cartello di Pablo Escobar. Un’ informazione senza misura e senza vergogna, la cui missione è titillare i bassi istinti del popolino, offrendogli quotidianamente un nemico immaginario su cui riversare rabbia e frustrazione e allo stesso tempo in grado di influenzare in modo nefasto le scelte del nostro governo.