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Che Giorgia Meloni abbia un problema abbastanza serio con la classe dirigente di Fratelli d'Italia spesso intrisa di una cultura nostalgica e a tratti becera è un dato di fatto. Anzi, un fatto, che non scopriamo però oggi con l'esplosione del “caso Paolo Signorelli”, portavoce del ministro dell'Agricoltura e cognato della premier Francesco Lollobrigida. Prima di lui, giusto per fare un solo esempio, ci sono stati importanti dirigenti pubblici di nomina politica sorpresi a inviare email coi discorsi del Duce ai membri del consiglio d'amministrazione, per dire.
Ma a parte questa premessa doverosa, bisogna chiedersi cosa possano raccontare davvero di una persona dei messaggi scambiati privatamente su whatsapp. Certo, fa impressione che Signorelli fosse amico intimo di Frabrizio Piscitelli, in “arte” Diabolik, capo ultrà della Lazio, estremista di destra e narcotrafficante ucciso a Roma il 7 agosto 2019, ma per quale motivo il dibattito pubblico dovrebbe essere assorbito da privati scambi da bettola tra due persone, senza alcuna notizia di reato? Difficile saperlo.
I due “raffinati intellettuali” in questione, infatti, nel 2018 si lasciavano andare a commenti antisemiti, a elogi del terrorismo nero e a felicitazioni per l'assoluzione di un esponente del crimine romano. Ma chi può dire davvero se quelli di Signorelli fossero reali convincimenti o spiritosaggini d'accatto? Nessuno. Di certo, se qualcuno frugasse tra le nostre comunicazioni private, se andasse a spulciare tra le chat del calcetto e persino in quelle di lavoro (per non dire quelle di redazione) troverebbe centinaia di esternazioni vomitevoli, figlie della goliardia del momento, di uno spirito cameratesco (il termine, in questo caso, non è volutamente ambiguo) o anche dell'oggettiva stronzaggine di qualcuno.
Molti di noi si sentirebbero sprofondare se vedessero quelle stupide battute dal sen fuggite pubblicate su un giornale. Altro che auto sospensioni alla vigilia del voto europeo. Perché puoi essere persino uno squallido fascista ma non potrà essere mai un messaggino su un social privato a dimostrarlo.