Caro direttore, vorrei, tramite il Dubbio, esprimere la mia solidarietà e vicinanza a Guido Salvini, fino a pochi giorni fa Giudice per le indagini preliminari a Milano. L’ho fatto anche privatamente; vorrei poterlo fare ora, dopo aver letto l’articolo che avete pubblicato: “ Io inviso al potere, ma sul mio lavoro parlano i numeri”. Articolo di replica un altro scritto, pubblicato dal Corriere della Sera, che Salvini definisce “astioso… con pretese di scoop, volutamente alle ombre…”.

Condivido e sottoscrivo ogni sillaba di Salvini; ma aggiungo: caro Guido, mettiti bene in testa che il “colpevole” in fin dei conti sei tu. Certamente hai una grave colpa: quello di scrivere per alcuni giornali ( loro pure colpevoli di ospitarlo): Il Dubbio e Il Foglio. Sono giornali che, con pochissimi altri, “steccano”: luoghi dove si può leggere e apprendere di persone, cose, fatti che altrove non si raccontano, non si spiegano, non si fanno conoscere. La “conoscenza”, da che mondo è mondo, è imperdonabile reato. Tu caro Guido, con i tuoi interventi, “collabori” a queste faticose operazioni di “conoscenza”. Non lamentarti troppo, dunque: è il prezzo da pagare.

A Guido si deve essere grati per il lavoro di magistrato, spesso ostacolato dai suoi stessi colleghi ( ma anche qui, non montarti la testa: è accaduto altrove, ad altri; con conseguenze peggiori, perfino drammatiche). Il poderoso “La maledizione di Piazza Fontana”, scritto con Andrea Sceresini, spiega per filo e per segno scena e retroscena di uno degli episodi più drammatici della storia recente di questo Paese. Spiega per filo e per segno chi invece di essere al tuo fianco nella ricerca della verità, ha remato contro. In qualche modo dovevi pagare.

Tra le tue molte colpe vorrei ricordare la vicenda Tamoil-Cremona: iniziativa condotta con il sostegno (anche questo è elemento di colpa grave) del Partito Radicale cremonese: nella tua veste di Giudice per l’Udienza Preliminare Salvini hai stabilito che i vertici di un colosso come la libica Tamoil cremonese avevano gravemente inquinato i terreni vicino all’argine del Po in cui si trovano circoli ricreativi con piscine pubbliche e attrezzature sportive: “Vi è stata indifferenza per il bene protetto” e “calcolo anche “aziendale”. Hanno infatti ottenuto un “utilità economica” derivata“ dallo spalmare su oltre 13 anni lavori che avrebbero dovuto essere svolti con urgenza”.

Hai scritto che «Tamoil ha volutamente depositato nel 2001 dei documenti fumosi, privi di effettivi dettagli e irrispettosi anche delle prescrizioni legislative dettate in ordine alla loro stessa formazione. In definitiva ha reso impossibile ogni intervento degli assolutamente inadeguati soggetti, l'Arpa in particolare, che dovevano controllarne l'operato, ha volutamente tenuto lontano dalla gravità della situazione gli Enti che, impreparati, hanno prima di tutto dovuto capire di che cosa si stava parlando».

Guido, sei colpevole di non appartenere a nessuna delle correnti dell’Associazione Nazionale Magistrati; di non fare parte della “casta”; di coltivare e perfino esternare, idee particolari sulla giustizia e il modo in cui viene amministrata. Timoroso come sono dei magistrati e della magistratura in genere, in passato ho avuto occasione di dirti che se avessi ricevuto una comunicazione giudiziaria da lui firmata, mi sarei presentato tranquillo, sicuro che i miei diritti di cittadino sarebbero stati pienamente rispettati. Anche questa è una “colpa” non lieve.

Guido: quell’attacco ingiusto e a gamba tesa te lo dovevi aspettare; nel tuo curriculum di magistrato troppe sono le “colpe” di cui ti sei macchiato. Posso solo augurarmi che ora, da avvocato, caparbio e ostinato, continuerai a commettere, pervicace, le “colpe” che hai già commesso.