Il dottor Emilio Sirianni, stimato magistrato di Catanzaro, ha toccato i fili dell'alta tensione esprimendo, tra l'altro, giudizi severi sull'operato del dottor Nicola Gratteri sia pure in una conversazione strettamente privata. Non si può! Infatti è stato punito così come era già successo al Procuratore generale di Catanzaro, Otello Lupacchini.

Il potere vero non si tocca. In Calabria nessuno se ne frega per quale partito voti... tanto non cambia nulla. Puoi essere di “sinistra” o di “destra” purché non tocchi la “Santa Sanctorum” che ha la testa a Roma (e oltre) e gli artigli nelle periferie del Paese.

La Calabria non è una semplice periferia, è una colonia dove il potere politico è quasi sempre occupato da ascari di modesta fattura, mentre il potere vero sta altrove. Se comprendi il meccanismo e lo denunci sei perduto, soprattutto se occupi una postazione strategica nei luoghi in cui si decide ogni cosa.

Potrei fare centinaia di nomi per supportare le cose che dico, mi limito a qualcuno. Pochi anni fa è toccato al vescovo di Locri, Giancarlo Maria Bregantini, stimato e amatissimo dal suo popolo. Rigorosamente contro la mafia, denunciò i gravissimi limiti ( e i seri danni) dell'antimafia. Si sentiva fortissimo perché aveva la stima della Calabria migliore e l'affetto di tutti i calabresi ma si sbagliava. Appena toccò i ' fili sensibili' fu ' promosso' arcivescovo e trasferito a Campobasso.

Mimmo Lucano era diventato un personaggio popolare. Certamente non gestibile, e quindi molto pericoloso. Qualcuno ne ha tratto le logiche conseguenze. Mario Oliverio, secondo me, non è stato punito per come ha governato la Regione Calabria, ma perché ha avuto l'ardire, dinanzi agli abusi subiti, di non prostrarsi a terra per baciare la “sacra pantofola” e ne ha pagato la “colpa” con un attacco concentrico dei vari ' poteri uniti' compreso il suo Pd.

Molte volte a eliminare gli ' eretici' ci ha pensato la ' ndrangheta'. Penso all'ex presidente delle ferrovie dello Stato, Vico Ligato, o a Francesco Fortugno vice presidente del consiglio regionale della Calabria, fucilati entrambi sulla pubblica strada.

Altre volte mafia e '”Stato” hanno operato insieme, per esempio con le persecuzioni giudiziarie e le pistolettate contro i giovani anarchici di Africo che hanno messo in discussione il blocco politico - giudiziario- mafioso. Oggi, il più delle volte, i metodi cruenti vengono scartati. Basta la gogna pubblica. Basta l'antimafia. Bastano i processi di regime. La mafia armata interviene solo in casi estremi. Così si vive in una colonia dove la realtà è molto diversa da quella che viene veicolata dai media di regime. Ma l'Italia non lo sa.