Noi del Dubbio non diamo mai troppo credito alle classifiche sulla libertà di stampa, soprattutto se, come è accaduto, le norme che rafforzano la presunzione d’innocenza e il giusto processo vengono presentate come “leggi bavaglio”. Insomma, quelle classifiche ci sono sempre sembrate un esercizio un tantino vittimistico e autocelebrativo.

L’Italia è un paese libero, chi dice il contrario dice una sciocchezza. Soprattutto in questo momento, circondati come siamo da paesi dichiaratamente illiberali e democrazie che tendono sempre più a scivolare verso posizioni reazionarie.

Eppure, leggendo del “licenziamento” di Alessandro Barbano dalla direzione del Messaggero, un maestro del giornalismo libero e liberale, qualche dubbio viene anche a noi. E che dire del recente scontro a Repubblica - il giornale della borghesia progressista del Paese - i cui vertici avrebbero addirittura mandato al macero decine di copie per un articolo considerato “non gradito” a Stellantis? Insomma, l’impressione è che un pezzo di editoria italiana sia legata mani e piedi con la politica per avere agibilità “economica”, per dare e ricevere favori. Ed è lì, in questo grumo, che si concentra il vero conflitto d’interessi.

Consentiteci una considerazione: a noi del Dubbio una cosa del genere non è mai capitata. Forse perché rappresentiamo valori e non interessi; o forse perché il nostro editore di riferimento è immerso nella cultura liberale, democratica e garantista. Ma per una volta lasciatecelo dire: noi siamo un’altra cosa…