L’APPUNTAMENTO PRESSO L’AUDITORIUM DEL MAXXI

Si svolgerà domani, venerdì 25 marzo 2022, a partire dalle ore 10, presso l’Auditorium del Maxxi ( via Guido Reni, 4/ a), l’inaugurazione dell'anno giudiziario 2022 del Consiglio nazionale forense. La cerimonia si aprirà con la relazione inaugurale della presidente dell’organo istituzionale dell’avvocatura, Maria Masi. Seguiranno gli interventi della ministra della Giustizia, Marta Cartabia, del vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura, David Ermini, del primo presidente della Corte Suprema di Cassazione, Pietro Curzio, del presidente di sezione del Consiglio di Stato, Michele Corradino e del presidente della Corte dei Conti, Guido Carlino. Saranno presenti, tra gli altri, il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, il procuratore generale della Corte di Cassazione, Giovanni Salvi, l’avvocato generale dello Stato, Gabriella Palmieri Sandulli, il presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, il procuratore della Repubblica della Procura di Roma, Francesco Lo Voi, il presidente del Tribunale di Roma, Roberto Reali.

In occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario dello scorso gennaio in Corte di Cassazione, Masi aveva evidenziato come oggi “scontiamo” un «formidabile problema di educazione che investe tutta la comunità civile e anche l’ordinamento giudiziario. Da un lato la crisi dell'avvocatura che oggi è anche e soprattutto una crisi identitaria, imputabile sicuramente alla sua endemica resistenza al cambiamento, ma soprattutto a riforme inique e confuse che puntualmente mirano a mettere in discussione la sua funzione di carattere pubblico, dall’altra la crisi morale della magistratura, determinata evidentemente anche dalle leggi invecchiate che la disciplinano». Masi aveva rilanciato l’importanza di «riconoscere costituzional-mente attrice al pari della magistratura l'avvocatura, di cui dovrà sempre esserne salvaguardata l'autonomia e l'indipendenza, per garantire l'equilibrio necessario al sistema giudiziario, se vogliamo essere in grado di realizzare come si deve o meglio assecondare l'avvertita esigenza di una Giustizia sostanziale, equa, solidale e perché no anche empatica».