L’Unione delle Camere Penali Italiane ha lanciato un duro attacco contro la disinformazione mediatica che, secondo l'organizzazione, offusca la gravità delle condizioni carcerarie in Italia e ostacola il miglioramento del sistema penitenziario. Le recenti critiche sono rivolte in particolare alla trasmissione di Bruno Vespa, che ha dedicato un segmento alla vicenda di Chico Forti, dipingendo un quadro idilliaco della vita dietro le sbarre, ben lontano dalla realtà.

Secondo l'Ucpi, la rappresentazione offerta da Vespa presentava le carceri italiane come una sorta di “Grand Hotel”, con pietanze prelibate, in netto contrasto con la realtà. In Italia, oltre 61.000 detenuti scontano le loro pene in condizioni di sovraffollamento, inumane e degradanti. Celle ammuffite, latrine alla turca, brande a castello per 10-15 detenuti per cella: queste sono le vere condizioni descritte dalle testimonianze raccolte dall'Osservatorio Carcere dell'Ucpi.

Nel silenzio dei media, si consuma una tragica realtà. Solo dall'inizio dell'anno, 38 detenuti (ai quali ora si aggiunge il 39esimo avvenuto nel carcere romano di Regina Coeli) si sono tolti la vita e altri 52 sono morti per malattia o cause non accertate. Questi numeri drammatici evidenziano il fallimento di un sistema che non rispetta i principi sanciti dall'articolo 27 della Costituzione italiana, che stabilisce che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

Se le telecamere delle tv nazionali entrassero nelle varie sezioni delle carceri italiane, potrebbero testimoniare una realtà ben diversa da quella presentata. Le celle sono spesso sovraffollate e insalubri, con letti a castello affollati, spazi minimi e condizioni igieniche precarie. Le latrine alla turca, adattate dai detenuti per avere docce di emergenza, sono solo una delle tante testimonianze di una vita carceraria ben lontana dagli standard minimi di dignità umana.

L'Ucpi denuncia che, invece di affrontare le vere criticità del sistema carcerario, si preferisce approvare proposte legislative che aumentano la repressione e il controllo, come il Ddl 1660, che introduce il reato di rivolta, e l'istituzione di corpi speciali anti- sommossa della Polizia penitenziaria. Queste misure, secondo l'Ucpi, riducono l'attenzione verso il mondo carcerario alla sola dimensione contenitiva e repressiva, ignorando le necessità di riforma e umanizzazione del sistema.

Per contrastare la disinformazione e dare voce ai detenuti, l'Ucpi ha organizzato una ' maratona oratoria itinerante' nelle piazze di diverse città italiane. L'obiettivo è sensibilizzare l'opinione pubblica e spingere le istituzioni verso una riforma radicale del sistema penitenziario, basata sul rispetto dei diritti umani e sulla dignità delle persone detenute. Solo una narrazione aderente alla cruda realtà, denuncia l'Ucpi, potrà finalmente portare a un cambiamento concreto e porre fine alle vergognose condizioni delle carceri italiane.

Il quadro dipinto dall'Ucpi evidenzia un sistema penitenziario in profonda crisi, aggravato da una narrazione mediatica che distorce la realtà e ostacola le necessarie riforme. La maratona oratoria itinerante rappresenta un tentativo di portare alla luce la verità e sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni. Solo attraverso una narrazione veritiera e un impegno concreto verso la riforma, sarà possibile migliorare le condizioni dei detenuti e rispettare i principi di umanità e dignità sanciti dalla Costituzione.