Un detenuto di nazionalità marocchina, 41 anni, si è tolto la vita nel carcere Lorusso Cutugno di Torino, dove si trovava da pochi giorni in seguito a un arresto per resistenza, oltraggio e lesioni. L’uomo, in attesa dell’udienza di convalida, è stato trovato impiccato con dei lacci nel Padiglione B intorno alle 6 del mattino dagli agenti di servizio. Il personale del 118, giunto sul posto, ha potuto solo constatarne il decesso.

A darne notizia è il Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria (SAPPE), che attraverso il segretario regionale Vicente Santilli ha espresso cordoglio e allo stesso tempo ha lanciato l’ennesimo grido d’allarme sulle condizioni del sistema penitenziario italiano.

«Siamo di fronte a un’emergenza nazionale – ha dichiarato Santilli – legata al disagio psichico in carcere e al rischio suicidario. La Polizia Penitenziaria opera con abnegazione ma in condizioni di costante tensione, spesso senza strumenti adeguati». Il sindacato chiede interventi immediati: più psicologi e psichiatri, migliore formazione, rafforzamento degli organici e presidi di prevenzione autolesiva.

Anche il segretario generale Donato Capece ha commentato l’accaduto: «Questi eventi sono una sconfitta per lo Stato e segnano profondamente i nostri agenti, spesso giovani e lasciati da soli. Servono strumenti concreti per tutelare la sicurezza di tutti, inclusi i detenuti con patologie psichiatriche».