Nuova tappa siciliana del tour nei tribunali più in difficoltà per il ministro della Giustizia Andrea Orlandn siciliao. Il Guardasigilli sarà nel Messinese, dove visiterà gli uffici giudiziari di Barcellona e Patti. Orlando incontrerà i presidenti di Tribunale e Corte dAppello e i procuratori, i rappresentanti della magistratura, dellavvocatura, del personale amministrativo e delle organizzazioni sindacali. Anche in questo caso, come per le precedenti tappe in Molise, Calabria, Campania, Sicilia e Lazio, le sedi da visitare sono state individuate dal ministero statisticamente, sulla base di indicatori oggettivi delle loro performance nel settore civile e, in particolare, selezionati fra quelli con il più alto tempo medio di risoluzione e il più alto tasso di pendenze ultra-triennali.Prima della visita nei due tribunali, il Guardasigilli sarà a Catania dove, presso la biblioteca della Corte dAppello, firmerà un protocollo dintesa insieme ai vertici degli uffici giudiziari, lamministrazione comunale locale, la Regione, lassessorato alle Infrastrutture siciliano e lagenzia del Demanio. Laccordo - spiega via Arenula - servirà ad avviare lintervento di riqualificazione che porterà il plesso dellex palazzo delle Poste a diventare la nuova sede degli uffici giudiziari, come promesso dal ministro Orlando durante lultimo incontro del tavolo tecnico, avviato proprio dal Guardasigilli, per affrontare il problema delledilizia giudiziaria catanese.Nel frattempo a Messina ci si mobilita contro la paventata chiusura della Corte dAppello. «È un presidio insostituibile di difesa della legalità e va preservata ad ogni costo», lappello unanime lanciato da avvocati, Anm e università che, nel salone della Borsa della Camera di Commercio, hanno chiamato a raccolta istituzioni, enti, cittadini, per dare vita a un osservatorio permanente che valuti gli effetti delleventuale accorpamento ai distretti di Palermo e Catania, in termini di pregiudizio al legittimo diritto alla giustizia dei cittadini e allintero assetto socioeconomico della città.Tra gli effetti del riordino della geografia giudiziaria, prospettato in base ai criteri fissati nella relazione della Commissione Vietti, ci sarebbero leliminazione della Procura generale, della Direzione distrettuale antimafia, di Tribunale e Procura minorile, del Tribunale Misure di prevenzione, del Tribunale del Riesame nonché delle sezioni speciali delle forze dellordine (come la Dia), dellAvvocatura distrettuale dello Stato, del Distretto notarile.«La riorganizzazione - ha sottolineato il presidente dellOrdine degli Avvocati, Vincenzo Ciraolo - determinerebbe un peggioramento dellattuale assetto degli uffici giudiziari, che sarebbero ancor più gravati con conseguente pregiudizio del servizio e, quindi, un danno allutenza e a tutta la comunità. Non solo: il centro del presidio giudiziario si allontanerebbe dal suo naturale bacino di utenza e risulterebbe indebolita la risposta di giustizia in una regione che, tra laltro, soffre di gravi carenze infrastrutturali e di trasporti. Leffetto inevitabile sarebbe un forte pregiudizio al controllo di legalità in un territorio da sempre caratterizzato dalla massiccia e pervasiva presenza della criminalità organizzata e mafiosa».Hanno sostenuto limportanza di mantenere a Messina la Corte dAppello anche Gaetano Silvestri, presidente emerito della Corte costituzionale, e Antonio La Torre, già procuratore generale presso la Corte di Cassazione e presidente della Corte dAppello di Messina. Sul tema è impegnato anche il Consiglio nazionale forense, con uno studio promosso dalla Commissione Geografia giudiziaria, dallUniversità Ca Foscari di Venezia e dallOsservatorio sulla Giurisdizione, basato su dati Istat. Lavvocato Francesco Marullo mette in discussione le conclusioni della Commissione Vietti: «Messina è una Corte dAppello di dimensioni medie, che ha però numeri lusinghieri, se confrontati con quelli di sedi più grandi».