Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha risposto all'interrogazione parlamentare presentata dalla deputata del Partito Democratico Debora Serracchiani e altri colleghi lo scorso 28 maggio. La richiesta, già trattata su queste pagine, riguardava le gravi carenze sanitarie denunciate nel carcere Francesco Uccella di Santa Maria Capua Vetere. La risposta del Ministro conferma ufficialmente quanto riportato Come spiegato da Monica Bizaj, presidente dell’associazione, il 27 maggio scorso, dopo aver ricevuto la lettera dei detenuti, ci si è rivolti all’onorevole Serracchiani, che ha presentato un’interrogazione a risposta scritta al Ministro. Nel documento, i detenuti lamentavano la “carenza di assistenza sanitaria” e l’” assenza totale del dirigente sanitario dell’Istituto, dottor Pasquale Iannota”.

L’interrogazione sollevava problematiche drammatiche: mancanza di cure mediche da quasi due anni, assenza quasi totale di medici generici, assistenza inadeguata per malati di cancro, diabetici senza cure da oltre un mese. Inoltre, veniva segnalata la mancata disponibilità del dottor Iannota a incontrare una delegazione di detenuti.

UN'AMMISSIONE DI RESPONSABILITÀ

La risposta di Nordio, seppur formale, contiene elementi importanti che confermano gran parte delle denunce. Il Ministro ricorda che le funzioni sanitarie sono transitate all’Ssn con il d. P. C. M. del 1° aprile 2008, precisazione legale che sembra però un tentativo di ridimensionare le responsabilità dirette dell’Amministrazione penitenziaria, la quale pure mantiene obblighi di vigilanza. Il Ministro aggiunge che l'Amministrazione penitenziaria “sollecita costantemente le competenti Autorità sanitarie affinché adottino ogni iniziativa necessaria, con particolare riferimento agli psicologi e psichiatri”. Ma non vengono fornite prove specifiche di questi solleciti, né si parla dei risultati ottenuti. Questo lascia l'impressione che si tratti più di dichiarazioni teoriche che di azioni concrete e verificabili.

Il punto più importante della risposta arriva quando Nordio riconosce chiaramente che “il Provveditorato regionale ha partecipato a una riunione del 6 giugno 2025, constatando, effettivamente, la gravità delle carenze della sanità sammaritana”. Questa ammissione ufficiale conferma in toto le denunce dei detenuti e dell’interrogazione. L'uso della parola “effettivamente” non lascia spazio a dubbi: il ministero ammette che le carenze esistono davvero e sono gravi. Si tratta di un passaggio fondamentale che dà ragione a tutte le preoccupazioni sollevate dall'associazione “Sbarre di Zucchero” e dalla deputata Serracchiani.

La ricostruzione ministeriale degli interventi precedenti sembra dimostrarne l’inefficacia: già l’ 8 marzo 2023 il Provveditorato di Napoli aveva firmato un documento con l’Asl per verificare il funzionamento dei servizi sanitari. A settembre 2024, dopo ulteriori lamentele, era stata proposta una riorganizzazione del servizio di medicina generale. Eppure, a giugno 2025, è stata necessaria una nuova riunione in cui si è constatata nuovamente la gravità della situazione. Questa cronologia fa sorgere dubbi legittimi sull'efficacia degli interventi precedenti e sulla capacità dell'amministrazione di risolvere concretamente i problemi denunciati.

TRA VAGHEZZE E CARENZE DI DATI

Per quanto riguarda le soluzioni future, il Ministro si limita a dire che “sono comunque in corso contatti con i vertici politici della Regione Campania, per un rapido incontro al fine di addivenire a una ormai improcrastinabile soluzione della questione”. La parola “improcrastinabile” conferma l'urgenza della situazione, ma l'espressione “sono in corso contatti” è piuttosto vaga e non dà tempi precisi né garanzie concrete sui risultati.

Una parte particolarmente delicata della risposta riguarda la gestione dei detenuti con disturbi psichiatrici. L'interrogazione parlamentare aveva denunciato che “i detenuti affetti da disturbi psichiatrici risultano gestiti come detenuti ordinari a causa dell'assenza di posti nelle Rems”. La risposta di Nordio su questo punto è tecnica ma non del tutto rassicurante. Il guardasigilli spiega che ci sono due percorsi diversi: uno per le “persone detenute/ imputabili affette da disturbi di salute mentale” attraverso sezioni sanitarie speciali, e un altro per le “persone affette da disturbi mentali autrici di reati non imputabili sottoposte a misure di sicurezza” attraverso le Rems.

Per il primo caso, il Ministro conferma che la Regione Campania ha 6 Articolazioni per la Tutela della Salute Mentale ( Atsm), “di cui una presente all'interno della casa circondariale di S. Maria Capua Vetere dotata di 20 posti letto attivata nel luglio 2012”. Ma non vengono forniti dati sulla reale operatività di questa sezione, su quanti posti sono occupati, se c'è personale specializzato. Questi elementi sarebbero stati fondamentali per capire se il servizio funziona davvero.

Per le Rems, il Ministro spiega che la Regione Campania ha un Punto Unico Regionale per gestire la lista di attesa e dispone di due strutture: la Rems di San Nicola Baronia ( Asl Avellino) e la Rems di Calvi Risorta ( Asl Caserta). Anche qui non vengono forniti dati sui tempi di attesa, sulla capienza delle strutture, sui criteri di priorità. Queste informazioni sarebbero state essenziali per capire se il sistema funziona realmente.

Il Ministro cita il decreto- legge n. 92/ 2024, convertito nella legge n. 112/ 2024, che introduce incentivi per il personale sanitario che opera in carcere e migliora la condivisione dei dati sanitari. Resta da vedere se questi strumenti normativi avranno un impatto concreto e tempestivo sulla situazione di Santa Maria Capua Vetere. Un elemento potenzialmente positivo è l’attivazione di un “Gruppo tecnico di monitoraggio” previsto da un recente accordo, che dovrà verificare lo stato dei servizi sanitari regionali e i trasferimenti interregionali. Questo gruppo dovrebbe verificare “lo stato delle reti dei servizi sanitari regionali e provinciali attivate”, i “trasferimenti interregionali per motivi di salute” e “lo stato di attuazione delle attività inerenti alle condizioni strutturali e/ o organizzative”.

CHE COSA NON È STATO DETTO

Una delle accuse più specifiche contenute nella lettera dei detenuti riguardava il comportamento del dottor Pasquale Iannota, dirigente sanitario dell'istituto, accusato di essere poco presente e di aver rifiutato di incontrare una delegazione di detenuti. La risposta del Ministro non parla per niente di questa questione, ignorando completamente una delle criticità più gravi segnalate. L'accusa è seria e meritava almeno una verifica e una risposta dettagliata, anche per la dignità del dirigente stesso, essendo stato segnalato nell’interrogazione.

Mancano del tutto dati concreti: numero di medici in servizio, rapporto medici/ detenuti, tempi di attesa per le visite, numero di prestazioni erogate. Senza questi elementi, è impossibile valutare compiutamente la gravità della situazione. Non viene dato alcun riscontro sulle situazioni individuali più gravi segnalate, come i malati di cancro e i diabetici senza cure, casi che potrebbero mettere a rischio vite umane. La cronologia degli interventi ( 2023, 2024, 2025) descrive una crisi permanente, sollevando seri dubbi sull’efficacia dell’azione amministrativa centrale nel costringere le autorità regionali e locali a intervenire. La vicenda di Santa Maria Capua Vetere è chiaramente l’emblema di un sistema carcerario in profonda crisi.