Pessime condizioni igienico sanitarie, docce in comune non funzionanti a causa degli scarichi sempre bloccati, scarafaggi, sovraffollamento. Nel corridoio viene raccolta la spazzatura di tutti i detenuti della sezione: il contenitore è sempre pieno e dallo stesso proviene un forte odore, motivo per il quale non è possibile sostare nel corridoio e i detenuti passano molto tempo all'interno delle celle. Ed ora che il caldo si fa sentire, la questione diventa sempre più drammatica. Parliamo della condizione della prima sezione del carcere di Rimini, da sempre denunciata dalle visite effettuate dalla delegazione del Partito Radicale guidata da Ivan Innocenti e dalla Camera penale riminese. 

IL GIUDICE DI SORVEGLIANZA HA STABILITO DEI RISARCIMENTI PER I DETENUTI

Nonostante le varie denunce arrivate fino al consiglio comunale, nulla è cambiato. Nel contempo arrivano i risarcimenti per il trattamento disumano e degradante che subiscono i reclusi nella famigerata sezione. Recentemente c’è stata una ordinanza emessa dal magistrato dell'ufficio di Sorveglianza di Bologna, che ha evidenziato le gravi violazioni dei diritti umani che si verificano all'interno della prima sezione di questo istituto penitenziario. E lo ha fatto soprattutto constatandolo di persona. Sovraffollamento, condizioni igienico- sanitarie precarie e trattamenti inumani sono solo alcune delle problematiche.

La situazione del carcere riminese richiama l'attenzione sull'importanza di garantire dignità e rispetto per coloro che scontano una pena detentiva, come sancito dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo e dalla Costituzione italiana. Il detenuto che ha presentato il reclamo, ha subito una detenzione prolungata per oltre tre anni, in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo, che proibisce trattamenti inumani o degradanti. Nell'ordinanza si fa riferimento alle condizioni estremamente critiche presenti nella Prima sezione, tra cui il sovraffollamento delle celle, la mancanza di acqua calda e di docce funzionanti, l'infestazione di scarafaggi e il degrado igienico- sanitario generale. Inoltre, viene sottolineato che la promiscuità tra il bagno e la cucina rende le condizioni ancora più inumane.

LA AUSL HA RILEVATO UNA SERIE DI CRITICITÀ IGIENICO- SANITARIE

Ma il magistrato di sorveglianza evidenza anche altri aspetti. Nonostante gli spazi di detenzione siano stati dichiarati conformi alle norme ha sottolineato che tali calcoli non hanno tenuto conto degli spazi occupati dai letti, che riducono ulteriormente lo spazio effettivamente disponibile per i detenuti. Inoltre, le osservazioni contenute nel reclamo, confermate da un'ispezione dei tecnici della prevenzione dell'Ausl, hanno rivelato una serie di criticità igienico- sanitarie che hanno superato la soglia del trattamento inumano e degradante, in violazione dell'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. L'analisi del magistrato ha messo in evidenza che, anche considerando gli spazi formali di detenzione, questi non tengono conto della presenza dei letti, che riducono ulteriormente lo spazio libero di movimento dei detenuti. Questa considerazione è fondamentale per comprendere l'entità effettiva dello spazio disponibile nelle celle. Considerando anche l'occupazione dei letti, le dimensioni delle camere si riducono drasticamente, arrivando a soli 1,76 metri quadrati per le camere da quattro detenuti, 3,01 metri quadrati per le camere da tre detenuti e 5,51 metri quadrati per le camere doppie.

Come già detto, le osservazioni contenute nel reclamo presentato dal detenuto sono state confermate dai tecnici della prevenzione dell'Ausl durante un'ispezione effettuata nel dicembre 2021. Gli specialisti hanno segnalato una serie di criticità non risolvibili con interventi di ordinaria manutenzione. Tra queste, vi erano tracce di umidità su pareti e soffitto nelle aree docce, bagni delle celle utilizzati anche come angolo cottura e condizioni igienico- sanitarie molto scadenti, con un evidente rischio per la salute dei detenuti. La Corte di Cassazione stessa ha sottolineato che la promiscuità di spazi in cui i detenuti utilizzano il bagno, mangiano e dormono è una circostanza di particolare rilievo, in quanto influisce sulla salubrità dell'ambiente. La presenza di gravi carenze, ancora irrisolte, ha contribuito senza dubbio ad intensificare la sofferenza dei detenuti e ha superato la soglia del trattamento inumano e degradante, violando così l'articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Queste condizioni, unitamente all'evidente promiscuità degli spazi e alle criticità igienico- sanitarie, hanno reso la condizione detentiva ancora più difficile e dolorosa per i detenuti.

LA CHIUSURA DELLA SEZIONE CHIESTA DA ESPONENTI POLITICI E GARANTI

Diverse personalità e organizzazioni si sono schierate a favore della chiusura della Prima sezione del carcere di Rimini. Ivan Innocenti, componente del Consiglio generale del Partito Radicale, ha sottolineato che, nonostante alcuni progetti positivi promossi dalla direttrice del carcere, la Prima sezione rimane un luogo terribile e di tortura. Anche l'avvocata Annalisa Calvano dell'Osservatorio carcere Camera penale di Rimini ha affermato che le condizioni presenti sono inumane e degradanti. Il neo insediato garante dei Diritti delle persone private della libertà del comune di Rimini, l’avvocato Giorgio Galavotti, ha dichiarato che la situazione della Prima sezione è intollerabile e richiede un intervento immediato. Egli sottolinea che un trattamento carcerario del genere viola l'articolo 27 della Costituzione italiana, che sancisce il diritto alla rieducazione del condannato e vieta trattamenti inumani. In un gesto di vicinanza e ascolto, Galavotti ha deciso di recarsi in carcere ogni venerdì pomeriggio per ascoltare le testimonianze dei detenuti.

Le gravi carenze nella Prima sezione del carcere di Rimini richiedono un'azione immediata e risolutiva da parte delle autorità competenti. È fondamentale affrontare le criticità igienico- sanitarie, garantire spazi adeguati e rispettare i diritti umani fondamentali dei detenuti. L'ordinanza del magistrato di Sorveglianza rappresenta un importante passo avanti nell'evidenziare le condizioni inumane e degradanti che persistono all'interno di questa sezione del carcere. È responsabilità delle istituzioni competenti adottare misure concrete per risolvere le problematiche evidenziate da tempo da Ivan Innocenti del Partito Radicale e la camera penale, assicurando un ambiente di detenzione che sia rispettoso della dignità umana e che promuova la rieducazione e la reintegrazione sociale dei detenuti.

A interessarsi della vicenda è anche Roberto Cavalieri, garante della regione dell’Emilia Romagna. Meno di un mese fa ha visitato nuovamente il carcere di Rimini, in particolare la famigerata prima sezione: nulla è cambiato e presenta le medesime condizioni descritti dall’ordinanza della magistratura di sorveglianza. Ha provato a sensibilizzare la commissione comunale, spiegando che l’unico rimedio è che tutti i detenuti presenti nelle sezioni facciano reclamo. Forse solo in questo modo, le autorità competenti saranno costrette ad intervenire.