La Corte di giustizia tributaria di primo grado di Venezia ha deciso di sottoporre al giudizio di legittimità costituzionale la riforma, entrata in vigore lo scorso 16 settembre, della giustizia tributaria. L'ex Commissione provinciale tributaria veneta, con una ordinanza dello scorso 31 ottobre, ha ritenuto che molte delle disposizione contenute nel testo presentino profili di incostituzionalità. Ad esempio, l'aver accentuato il «rapporto di dipendenza dei giudici tributari dal ministero dell'Economia e della Finanze, titolare sostanziale dell'interesse oggetto delle controversie».

In attesa che la Consulta si pronunci sull'ammissibilità o meno della questione prospettata, il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, al fine di adempiere a quanto previsto dalla legge di riforma, ha dato il via insieme al Mef ad un apposito tavolo di lavoro congiunto. Alle riunioni, già in calendario, prenderanno parte rappresentanti della Direzione della giustizia tributaria presso il Dipartimento delle finanze e i presidenti delle Commissioni del Cpgt.

«Non dobbiamo dimenticarci che l’Europa sta proseguendo nel monitoraggio sui tempi di attuazione della nuova disciplina contenzioso tributario», ha ricordato Antonio Leone, presidente dell'organo di autogoverno dei giudici tributari. Il Cpgt, unitamente al Mef per quanto di sua intrecciata competenza, dovrà infatti provvedere alla individuazione delle sedi giudiziarie sulle quali sarà bandito un interpello per il transito dei magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari nella nuova magistratura.

Dovranno essere stabiliti i nuovi compensi variabili e dovrà essere effettuata una valutazione delle varie piattaforme informatiche. Inoltre, sempre il Cpgt dovrà porre in essere le misure organizzative per l'istituendo ufficio ispettivo e del massimario nazionale. «Il Cpgt è pronto a dotarsi tutti provvedimenti propedeutici a svolgere tempestivamente il lavoro finalizzato alla creazione della quinta giurisdizione», ha aggiunto Leone.