Il garante regionale della regione Piemonte Bruno Mellano e vicecoordinatore del Coordinamento nazionale dei Garanti regionali e territoriali delle persone detenute racconta al Dubbio l’iniziativa a favore della approvazione della riforma dell’ordinamento penitenziario «che si affianca a quella dell’esponente del Partito Radicale Rita Bernardini, in sciopero della fame dal 22 gennaio». «Assieme a Franco Corleone e Stefano Anastasia - racconta - abbiamo deciso di far girare questo nostro appello come garante dei detenuti regionali, locali e provinciali, per annunciare per domani uno sciopero della fame di un giorno di 35 garanti, in concomitanza con la preannunciata riunione del Consiglio dei ministri decisiva per l’attuazione della riforma».

«Assieme a Franco Corleone e Stefano Anastasia abbiamo deciso di far girare questo nostro appello come garante dei detenuti regionali, locali e provinciali, per annunciare uno sciopero della fame di un giorno nella giornata di domani, in concomitanza con la preannunciata riunione del Consiglio dei ministri in merito alla riforma dell’ordinamento penitenziario». Così spiega a Il Dubbio il garante regionale della regione Piemonte Bruno Mellano e vicecoordinatore del Coordinamento nazionale dei Garanti regionali e territoriali delle persone detenute. Si tratta di una presa di posizione ufficiale sulla questione dei decreti delegati per la riforma dell’Ordinamento penitenziario all’attenzione del ministro della Giustizia Andrea Orlando. «La nostra è una battaglia culturale spiega sempre Mellano - che si affianca a quella dell’esponente del Partito Radicale Rita Bernardini, in sciopero della fame dal 22 gennaio».

Il garante regionale Mellano spiega che come coordinamento nazionale dei garanti, chiedono che la riforma venga approvata prendendo in considerazione alcuni suggerimenti pervenuti dalle Commissioni parlamentari, come ad esempio la questione lessicale visto che ritengono opportuno abolire la parola “internati” oppure inserire “sezioni cliniche” al posto di “sezioni speciali”. «Sarebbe opportuno – spiega Mellano – che il governo prenda in esame tutti gli altri de- creti finora rimasti inevasi, come l’ordinamento penitenziario minorile, il lavoro e l’affettività. Su quest’ultimo punto – sottolinea sempre il garante regionale del Piemonte - basterebbe salvare il principio che si possano prevedere degli incontri non osservati a vista, in maniera tale che si possa poi ottenere una successiva revisione regolamentando la modalità di svolgimento degli incontri riservati». Domani, quindi, la mobilitazione dei Garanti dei Detenuti assumerà la forma di un’adesione per 24 ore allo sciopero della fame in corso - iniziativa nonviolenta promossa dal Partito Radicale Nonviolento e da Rita Bernardini e fatta propria da oltre 10.000 detenuti ristretti nelle 190 carceri italiane - e si svolgerà appunto nel giorno in cui si riunisce il Consiglio dei ministri che, secondo il Presidente Gentiloni, dovrebbe adottare importanti decisioni sull’iter del decreto già presentato e sugli altri necessari per la piena attuazione della delega parlamentare della legge 103 del 23 giugno 2017.

A seguire il testo dell’appello firmato da 35 garanti dei detenuti e reso pubblico dal coordinatore Franco Corleone,.

Il Coordinamento dei Garanti territoriali delle persone private della libertà esprime il proprio apprezzamento per la conclusione dell’iter parlamentare di valutazione della bozza di decreto legislativo di riforma dell’ordinamento penitenziario già approvata dal Consiglio dei ministri e auspica che il governo voglia licenziare quanto prima il decreto e avviare l’iter delle deleghe ancora in sospeso, da quella sul lavoro penitenziario a quella sull’esecuzione penale minorile. In questa prospettiva, essenziale è salvaguardare le finalità della riforma in ordine al superamento delle condizioni ostative all’accesso alle sanzioni alternative al carcere. D’altro canto, nello spirito della riforma e degli Stati generali dell’esecu- zione penale è auspicabile che il governo tenga conto delle indicazioni pervenute dalle Commissioni parlamentari sulla territorialità e sulla qualificazione sanitaria delle sezioni penitenziarie destinate ad accogliere le persone detenute con problemi di salute mentale, così come sull’esercizio della delega in materia di affettività in carcere. A tal fine, sarebbe già un significativo passo in avanti anche il semplice riconoscimento della possibilità di svolgere colloqui non sottoposti a controllo visivo, lasciando a una successiva revisione regolamentare la concreta disciplina delle modalità di solgimento di incontri riservati con familiari e terze persone.