Riforma Cartabia ed ergastolo ostativo. Il governo Meloni metterà mano alle questioni più spinose di giustizia già nel Cdm di domani. Ma i primi provvedimenti hanno fatto discutere. E a dire la loro sono il responsabile Giustizia di Azione, Enrico Costa, e Ivan Scalfarotto, di Italia viva.

LA POSIZIONE DI COSTA

«Se si tratta di un rinvio tecnico dell'entrata in vigore della riforma Cartabia, se si tratta di alcuni accorgimenti tecnici, di un brevissimo rinvio di due mesi, ci potrebbe anche stare», dice Costa. Che tuttavia mette in guardia da altri scenari. «Ma non sia il pretesto per stravolgere l'impianto, allora la nostra posizione sarà ferma», dice. «Non vorrei che ci fosse qualcuno intenzionati a cambiare i connotati di una riforma che ha tanti punti qualificanti», spiega. Per poi elencare le qualità della legge. «Dai tempi delle indagini preliminari al diritto all'oblio, fino alla cancellazione dei tempi morti nelle indagini». Ma non solo. Anche «le misure alternative alla detenzione e la norma fondamentale che non si manda a processo senza una ragionevole probabilità di condanna». Tutte misure che Costa definisce «importantissime». C'è poi la questione dell'ergastolo ostativo, e Costa sottolinea come FdI fu molto contraria alle norma sostenuta dai 5 Stelle. «Quella norma venne bloccata al Senato e Fdi era contro, basta andarsi a rileggere l'intervento che fecero in aula». Ora, prosegue, «vuole approvare lo stesso testo che aveva bloccato». E il ragionamento finale. «Stiamo a vedere cosa succede - dice - l'attività di un governo si misura nel lungo periodo ma contano anche le prime mosse».

IL PENSIERO DI SCALFAROTTO

Di scontro nel governo parla invece Scalfarotto. «La nomina di Carlo Nordio alla Giustizia aveva fatto sperare in un atteggiamento garantista del Governo Meloni», sottolinea. Per poi parlare di «pesante involuzione in senso giustizialista» riguardo alle anticipazioni di stampa sul Cdm di domani «Le parole del Ministro Nordio e la sua storia di sincero garantismo, che non è in discussione, si scontrano con la vena giustizialista che caratterizza da sempre la destra sociale italiana», commenta. «Non è un caso che Giorgia Meloni in occasione dei referendum sulla giustizia non abbia appoggiato il quesito sulla carcerazione preventiva e quello sulla legge Severino», prosegue. E si dice infine «preoccupato dall’eventuale decisione che il cdm prenderà sull’ergastolo ostativo», definendola «in contrasto con le chiare indicazioni che provengono dalla Corte Costituzionale». Sulla stessa lunghezza d'onda il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova. «Il Ministro della Giustizia Nordio ha chiarito da subito il suo impegno sulle carceri, cosa che gli fa onore e che condividiamo», scrive su twitter. «Ma cosa ci farebbe un ministro garantista nel Governo che insegue Salvini, rinvia la riforma Cartabia e comincia con il fuoco di sbarramento contro il superamento dell’ergastolo ostativo?», si chiede. Si fanno sentire anche Rita Bernardini, Sergio D’Elia ed Elisabetta Zamparutti, rispettivamente presidente, segretario e tesoriera di Nessuno Tocchi Caino “spes contra spem”. «Esprimiamo la più viva preoccupazioni per il possibile rinvio della Riforma Cartabia nella parte in cui prevede l’introduzione delle misure sostitutive del carcere per pene brevi», scrivono. Aggiungendo che «il rinvio costituirebbe il proseguimento della prassi consolidata di rimandare all’anno del mai riforme necessarie e urgenti». Con un richiamo. «I 72 suicidi di detenuti mai verificatisi prima d’ora dovrebbero essere un monito per tutti», spiegano. Prima di giudicare «altrettanto preoccupante l’annuncio di varare un decreto in materia di ergastolo ostativo».