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Carceri
Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre, all’ospedale “Moscati” di Avellino, è morto Paolo Piccolo, 26 anni. Da quasi un anno viveva in stato vegetativo, dopo il violento pestaggio subito nel carcere di Bellizzi Irpino nell’ottobre del 2024.
Piccolo aveva trascorso la maggior parte di quel tempo proprio al “Moscati”, dove era stato ricoverato fin dai giorni immediatamente successivi all’aggressione. Per un breve periodo era stato trasferito al centro di riabilitazione “Don Gnocchi” di Sant’Angelo dei Lombardi, ma un improvviso peggioramento delle sue condizioni aveva reso necessario un nuovo ricovero in ospedale. «Non possiamo accudirlo», avevano spiegato dalla struttura. Nella notte tra il 17 e il 18 ottobre il suo cuore ha smesso di battere.
L’aggressione, avvenuta il 24 ottobre 2024 all’interno della sezione “Primo piano destro” del penitenziario, aveva sconvolto la comunità irpina per la brutalità dei fatti. Bastonate e colpi inferti con oggetti acuminati avevano provocato fratture multiple, un polmone perforato e gravi traumi cranici. Da quel momento Paolo era rimasto in un silenzio senza ritorno.
Gli aggressori che hanno causato la morte di Paolo Piccolo vedranno tramutarsi l’accusa di tentato omicidio in quella di omicidio aggravato. Tre imputati avevano scelto il rito abbreviato: nel luglio 2025 il Gup del Tribunale di Avellino li ha già condannati a 27 anni e due mesi di reclusione. Per gli altri sette imputati, è in corso il rito ordinario davanti al collegio del Tribunale di Avellino.
La famiglia di Paolo ha seguito ogni udienza, chiedendo con forza verità e giustizia. Ora che il giovane non c’è più, quelle parole pesano ancora di più. In una cella si è spenta una vita, e resta aperta la domanda su come sia potuto accadere.