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«Ho scritto un libro dove ho raccontato perchè secondo me vanno cambiate delle cose, a cominciare dalla giustizia. Possono fare tutte le indagini che vogliono, io sono tranquillissimo ma è il cittadino comune che non può permettersi di aspettare e non può permettersi di andare in radio e in tv a dire che il tempo chiarirà». PArole e muisca dell'ex premier Matteo Renzi che parla dopo il doppio avviso di garanzia rievuto nel giro di pochi giorni. Il primo relativo a un prsunto finanziamnto illecito e il secondo per le conferenze all'estero. «Se pensano di farmi parlare da mattina a sera non delle idee ma solo di alcune indagini che nascono e poi finiscono, lo facciano. Mi hanno attaccato sulle conferenze all’estero, sull’autogrill, sulla Leopolda... Possono attaccarmi su quello che vogliono, perchè - incalza - non vogliono parlare delle vere questioni, cioè del fatto che c’è un gruppo di persone che ha il coraggio di fare politica e cambia le cose che non vanno», continua Renzi. Poi l'attacco: le inchieste promosse dalla procura di Firenze contro Matteo Renzi e la sua famiglia, a partire dall’indagine sulla fondazione Open, appartengono «ad una storia che da un lato inquieta, dall’altro dovrebbe far spuntare un sorriso amaro» . Scrive Renzi nel suo nuovo libri: «Il procuratore capo di Firenze si chiama Giuseppe Creazzo. Mi viene presentato come un grande amico di Marco Minniti. Appartiene alla corrente di Luca Palamara. All’inizio si caratterizza per un atteggiamento molto prudente ed equilibrato. Tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019 (dopo che Minniti prima si candida alla guida del Pd e poi rinuncia improvvisamente alla candidatura) e alla luce di un lungo colloquio di Creazzo con Luca Palamara - di cui si parla nel libro di Alessandro Sallusti e Luca Palamara ’Il sistemà - il clima a Firenze cambia. Creazzo si candida per diventare procuratore di Roma in una guerra spietata tra correnti. Palamara nei fatti non lo appoggia, sostenendo la candidatura di un altro collega. E subito dopo, improvvisamente, i miei genitori vengono arrestati. Per quale motivo? Il procuratore capo di Firenze firma la richiesta di arresto per una presunta responsabilità da amministratori di fatto di cooperative che lavorano anche per la piccola azienda di famiglia: si discute di possibili reati per qualche decina di migliaia di euro». «Il provvedimento - sostiene Renzi - appare abnorme non solo a tutti gli addetti ai lavori ma anche al tribunale della libertà che dopo qualche giorno - e dopo molti titoli di prima pagina e puntate di talk show dedicati a due settantenni incensurati - restituisce ai miei la libertà annullando il provvedimento».