«La magistratura non dovrebbe prendere posizione in una vicenda delicata e complessa come quella della nave Diciotti», dice Andre Reale, gip al Tribunale di Ragusa ed ex componente del Comitato direttivo centrale dell’Anm.

Dottor Reale, Magistratura democratica, la corrente progressista delle toghe, ha diramato un comunicato in cui stigmatizza duramente la decisione del ministro dell’Interno Matteo Salvini di non far sbarcare i migranti dalle nave Diciotti ferma nel porto di Catania. Questa decisione, secondo Md, «suscita interrogativi inquietanti» su cui nessuno deve rimanere «silente». Condivide?

Assolutamente no. Non è accettabile che un gruppo di magistrati, che si autodefinisce “soggetto politico”, intervenga su una questione del genere. È un modo di agire sbagliato.

Perché?

Il comunicato di Md è un forte monito nei confronti del ministro dell’Interno ed è chiaramente un giudizio sulla sua attività e su quella del Governo, rischiando di interferire sulla attività dell’Esecutivo.

Addirittura?

Certo. I magistrati, come tutti i cittadini, possono manifestare il loro pensiero. Faccio un esempio: se il Parlamento volesse approvare una legge, chiaramente razzista, in cui è previsto che tutti i migranti vengano automaticamente espulsi, è giusto che la magistratura intervenga perché si tratterebbe di un provvedimento generale ed astratto che riguarda tutti i cittadini. Ma nel caso in questione la libera manifestazione del pensiero non c’entra nulla, perché interviene su un caso specifico prima che un magistrato abbia adottato i provvedimenti del caso.

Anche le Nazioni Unite sono intervenute su questa vicenda…

Appunto. La magistratura interviene solo come attuatrice delle leggi e nelle sue funzioni costituzionalmente previste. Il caso della nave Diciotti riguarda, allo stato, scelte politiche.

Cosa succederebbe se venissero ipotizzati reati a carico di Salvini e se il magistrato titolare del fascicolo fosse proprio un iscritto ad Md?

Ci sarebbe il concreto rischio di una forte strumentalizzazioni da parte dell’opinione pubblica se a decidere fosse un magistrato iscritto o simpatizzante di Md. La stampa potrebbe dire che quel magistrato non è terzo ed imparziale.

Quel magistrato dovrebbe astenersi?

I casi di astensione sono regolamentati nel codice di procedura penale. Il magistrato potrebbe decidere di non decidere avendo già manifestato la suo opinione sul punto.

Potrebbe essere ricusato?

Il discorso è complesso. Certamente però il codice lo impone «se il magistrato ha dato consigli o manifestato il suo parere sull’oggetto del procedimento fuori dell’esercizio delle funzioni giudiziarie».

Sembra di essere tornati ai tempi dei governi di centrodestra, quando una parte della magistratura che svolgeva le indagini su Silvio Berlusconi era accusa di essere prevenuta.

Ripeto, il comunicato di Md crea seri problemi perché interviene su un caso dove poi singoli magistrati potrebbero intervenire. Era meglio trattenersi dal farlo. Soprattutto da parte di chi ha manifestato vicinanza ad un partito ben preciso e si definisce soggetto politico.

Che effetto le fa che suoi colleghi si proclamino in questo modo?

Provo molto imbarazzo. È inaccettabile e incomprensibile che un gruppo di magistrati, proprio per l’attività che devono svolgere, si definiscano “soggetto politico”. Chi è chiamato ad esercitare la giurisdizione deve essere il più imparziale ed equidistante possibile.