Èstata depositata la settimana scorsa la sentenza, relatore il togato Luca Palamara, relativa al procedimento disciplinare nei confronti dell'ex procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo. La sezione disciplinare del Consiglio superiore ha disposto per il magistrato la sanzione della perdita di anzianità di sei mesi e il trasferimento alla Procura di Torno con funzioni di aggiunto. Quattro erano le incolpazioni.La prima: di aver, "venendo meno ai dovere di imparzialità e riserbo, conversando con l'avvocato della Lega Nord Domenico Aiello, rivelato atti di un procedimento penale a carico di esponenti politici regionali". La seconda: di aver utilizzato "la propria qualità di magistrato per conseguire vantaggi ingiusti chiedendo all'avvocato Aiello atti riservati relativi allo status giuridico di Gabriele Albertini (all'epoca europarlamentare, nda), indagato in un procedimento penale dove (Robledo, nda) era persona offesa". La terza: "Di aver arrecato - venendo meno ai suoi doveri di imparzialità e correttezza -  un indebito vantaggio all'avvocato Aiello", il quale domandava informazioni su una consulenza tecnica relativa all'indagine per i rimborsi ai consiglieri regionali. Ed infine, "di aver tenuto un comportamento gravemente scorretto nei confronti di altri colleghi d'ufficio (i sostituti Pellicano e Filippini, contitolari del procedimento e del procuratore Bruti Liberati)".Va subito chiarito che per le ultime due incolpazioni Robledo è stato assolto in quanto, rispettivamente, non risulta "il necessario elemento della fattispecie illecita costituita dell'indebito vantaggio che avrebbe dovuto conseguire il difensore" e, nell'ultima, perché il comportamento non ha leso "le prerogative assegnate dal codice al singolo pubblico ministero".La vicenda, come si ricorderà, nasce da un procedimento penale della Dda di Reggio Calabria riguardante alcuni appartenenti alla 'ndrangheta. Nell'ambito del procedimento, dove era intercettato l'avvocato Aiello, emergevano una serie di ripetuti contatti fra questi e Robledo. In particolare, la rivelazione di atti del procedimento penale per i rimborsi ai consiglieri regionali lombardi. Gli atti erano trasmessi, quindi, dalla Procura di Reggio Calabria a quella di Brescia (competente per i reati commessi dai magistrati milanesi) la quale iscriveva Robledo per il reato di rivelazioni di segreto d'ufficio. Il Gip di Brescia individuava con certezza in Robledo "il propalotore" delle notizie riservate. Disponendone però l'archiviazione, "perché le prove maturate nell'ambito del procedimento della Dda erano inutilizzabili in ragione del diverso titolo di reato per il quale era stato promosso il procedimento nell'ambito del quale erano state acquisite". Sotto il profilo disciplinare, però, l'esame delle comunicazioni fra Aiello e Robledo, scrive il Csm, "consente di ravvisare non solo un rapporto di complice confidenza, ma anche il senso di una utilità corrispettiva da entrambi ricercata, concretizzatasi nello scambio di informazioni".È pacifico che "l'avvocato Aiello, difensore dei consiglieri regionali della Lega Nord, era a conoscenza degli esiti delle riunioni riservate fra i magistrati della Procura, degli elementi indiziari nei confronti degli indagati, del fatto che altri consiglieri regionali sarebbero stati indagati". Ciò emerge dagli sms inviati fra il dicembre 2012 e il gennaio 2013 da Aiello ai vertici della Lega. Ad esempio al presidente della Regione Roberto Maroni, "finito ora riunione in Procura con capo e agg. Domani mi danno altri nominativi ns. consiglieri indagati. Hanno intercettazioni gravi contro Pdl". Oppure a Stefano Galli, capogruppo Lega Nord: "Domani purtroppo altri sette-otto dei nostri". Ed anche a Matteo Salvini, "domani sera so i nomi in via riservata. Su Pdl c'è la prova provata che c'è una associazione finalizzata al finanziamento dei singoli consiglieri... siccome è una persona che ha un rapporto con me stretto e di fiducia mi ha detto: Domenico te lo garantisco, su questo ci puoi spendere la tua credibilità". Il tenore degli sms e i colloqui tra Aiello e i vertici della Lega dimostrano che aveva "disponibilità di una fonte informativa privilegiata all'interno della Procura milanese in grado di fornirgli informazioni riservate, sviluppi di indagini non ancora a conoscenza degli indagati, atti pacificamente coperti dal segreto".Per quanto riguarda la vicenda Albertini, Robledo vuole conoscere "in che termini ha chiesto la procedura di immunità". Aiello si interessa presso il Parlamento europeo. In particolar modo presso l'Europarlamentare della Lega Nord Speroni. Non solo per richiedere documenti che "non avrebbe potuto agevolmente conseguire" ma anche per il "perseguimento di un interesse personale consistente nell'intenzione di ostacolare l'accoglimento dell'istanza di immunità avanzata da Albertini in relazione ad un procedimento penale che vedeva il magistrato assumere la veste di parte offesa". Robledo, nella sue memorie difensive, scrive "di avere intrattenuto con l'avvocato Aiello normali rapporti di ufficio con qualche telefonata". Ma solo dal 29 gennaio 2013 al 21 febbraio successivo, i due entrano in contatto ben undici volte. "Il quadro descritto è indicativo della violazione dei fondamentali doveri del magistrato, tra i quali l'imparzialità, la correttezza, il riserbo e l'equilibrio, che impongono al pubblico ministero di non intrattenere rapporti non trasparenti con i difensori, tanto meno avvalendosi di canali privilegiati".