Confermata dalla Cassazione l’assoluzione dell’ex ministro Calogero Mannino nel processo sulla trattativa Stato-mafia. Lo ha deciso la sesta sezione penale della Suprema Corte, dichiarando inammissibile il ricorso presentato dalla procura generale di Palermo. La decisione della Suprema Corte, giunta stamane dopo lo svolgimento da remoto, è stata quindi in linea con le richieste, avanzate nei giorni scorsi con requisitoria scritta, dalla procura generale della Cassazione, che si era pronunciata per l’inammissibilità del ricorso dei magistrati di Palermo. La procura generale del capoluogo siciliano era ricorsa in Cassazione contro la sentenza della Corte d’appello che, il 22 luglio 2019, aveva confermato l’assoluzione dell’ex ministro Dc dalle accuse rivoltegli nell’ambito del processo Stato-mafia. Mannino, giudicato con rito abbreviato, era già stato assolto in primo grado dal gup di Palermo nel 2015. Definisce la sua vicenda giudiziaria «una lunga via crucis durata trent’anni» e si dice anche convinto che in Italia «c’è ancora speranza» perché «ci sono magistrati liberi che procedono secondo le regole e rendono testimonianza di verità». L’ex ministro democristiano Calogero Mannino ha atteso nella sua abitazione di Palermo la sentenza definitiva del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia che lo vedeva imputato per minaccia a corpo politico dello Stato. In una intervista esclusiva all’Adnkronos racconta il suo stato d’animo dopo avere appreso la decisione della Cassazione. «Non perché abbia trovato nel tempo e in diversi processi e gradi di processo magistrati che mi abbiano assolto, fino alla corte di Cassazione oggi che si era pronunciata altre due volte sempre in favore della mia innocenza - dice Calogero Mannino - devo dire che pur ponendosi il gravissimo problema del funzionamento della giustizia in Italia e in particolate del funzionamento di alcune procure o meglio di gruppi di magistrati, all’interno di queste in Italia c’è ancora speranza. Ci sono magistrati liberi che procedono secondo le regole e rendono testimonianza di verità a chi sopporta il processo soprattutto una testimonianza di lealtà alle istituzioni». «Detto questo - aggiunge Calogero Mannino - almeno in sede storica bisognerà affrontare il problema di 30 anni di processi con ben oltre 10 sentenze tutte di assoluzione. Hanno tenuto inchiodato me a un processo unico e la stessa narrazione menzognera che dal 1991 con salse diverse mi viene rovesciato addosso con una ossessione persecutoria che pure dovrà trovare delle spiegazioni. Ma non ho tentazioni polemiche».